Domenica 30 giugno è la Giornata internazionale degli asteroidi. Nel caso ce ne fossimo dimenticati, a ricordarcelo è arrivata – puntuale come un promemoria – una roccia da circa 4 metri di diametro: un asteroide di nome 2019 MO esploso alle 23:25 ora italiana del 22 giugno scorso sul cielo dei Caraibi. Nessun danno, per fortuna: i frammenti prodotti dall’esplosione, di potenza stimata fra i 3 e i 5 kilotoni, sono caduti sull’oceano.
«E non è stato il solo», dice a Media Inaf l’esperto di asteroidi Albino Carbognani. Ricercatore all’Osservatorio astronomico della Valle d’Aosta in fase di trasferimento all’Inaf di Bologna, dove prenderà servizio il prossimo settembre, Carbognani è l’astronomo che si occupa di calcolare le traiettorie e i punti di caduta al suolo delle meteoriti intercettate dalle webcam del progetto Prisma. È anche autore di numerosi libri d’astronomia e curatore di Asteroidi e dintorni, un bellissimo blog in italiano dedicato, appunto, ad asteroidi e oggetti simili.
«Il 18 dicembre 2018, poco più di sei mesi fa», ricorda Carbognani, «è caduto nel Mare di Bering un asteroide di circa dieci metri di diametro: dunque parliamo di un evento paragonabile a quello di Chelyabinsk – un bell’asteroide. Fortunatamente è caduto in mare, non c’era nessuno a vederlo, ma alcuni satelliti meteorologici sono riusciti a riprendere la scia di plasma in ingresso in atmosfera. Nemmeno due mesi dopo, siamo al primo febbraio scorso, un superbolide – questa volta un oggetto di circa tre metri – ha colpito l’isola di Cuba. È caduto nei pressi di un piccolo villaggio, e i residenti sono anche riusciti a recuperarne alcuni frammenti. Infine vorrei ricordare un piccolo asteroide che è passato un po’ in sordina, quello caduto in Australia il mese scorso, il 21 maggio 2019: anche in questo caso si è trattato di un bolide da circa 4 metri di diametro, precipitato proprio davanti alle coste dell’Australia meridionale».
Quattro impatti in sei mesi, insomma, tutti con bolidi superiori ai tre metri di diametro. Nulla comunque di paragonabile all’evento del quale l’Asteroid Day celebra ogni anno l’anniversario: l’evento di Tunguska, avvenuto in Siberia la mattina del 30 giugno del 1908 – il più grande mai registrato nella storia recente.
E proprio all’evento di Tunguska è dedicato l’ultimo numero della rivista Icarus. Fra gli studi pubblicati nello speciale ce n’è anche uno che rivede al ribasso le stime sulla frequenza con la quale asteroidi di dimensioni paragonabili a quello che colpì Tunguska – fra i 50 e i 90 metri di diametro – potrebbero impattare con il nostro pianeta: sono eventi che avverrebbero in media con intervalli nell’ordine di millenni, e non di secoli, come si riteneva in precedenza.