Quanti sono i corpi celesti nell’universo? Inutile dirlo: tanti! Quasi quante sono le canzoni che ne cantano la bellezza, il fascino, il mistero o le gesta degli uomini e delle donne che questi corpi li hanno esplorati. Da sempre, infatti, gli astri hanno alimentato la fantasia e l’estro di innumerevoli artisti e autori. Virtù dalle quali sono venuti fuori testi indimenticabili, il cui filo conduttore è stato, ed è tutt’ora, sempre lo stesso: il cosmo e tutto ciò che lo riguarda.
Dall'”Inno alla gioia” e “Chiaro di Luna” di Ludwig Van Beethoven, a “Rocket man” di Elton john. Da “Space Oddity” di David Bowie – che riprende la celebre frase pronunciata da Gagarin alla vista della Terra dallo spazio – a “Armstrong, Aldrin and Collins” dei The Byrds – che inizia proprio con il countdown del lancio dell’Apollo 11, una chicca a cinquant’anni dal lancio della missione. Da “Across the Universe” dei Beatles, “Walking on the Moon” dei Police e “Sun is Shining” di Bob Marley , a “Figli delle Stelle” di Alan Sorrenti, “No Time No Space” di Battiato e la “Cometa di Halley” di Irene Grandi , fino al recente testo “Nuova Era” di Jovanotti, non c’è genere musicale che non abbia cantato o suonato in un modo o nell’altro, lo spazio, gli astronauti, gli scienziati, i corpi celesti e le missioni spaziali.
Adesso c’è un programma che di questo legame tra uomo, astri e musica ne ha fatto il leitmotiv. Si chiama Intergalacticshow, ed è un programma radiofonico che “esplora lo spazio, in relazione all’uomo e alla musica”. Una radio tutta astronomica, se volete, dove poter ascoltare una playlist di brani selezionati a tema astronomico. Ma non solo: tra un brano che canta le stelle e un altro che lo fa dei pianeti, la scaletta prevede interviste ad esperti del settore, che in modo informale – quasi fosse una chiacchierata al bar – vi accompagneranno nel fantastico e affascinante mondo dell’astronomia e dell’astrofisica. Non mancheranno curiosità, e tutto, naturalmente, sarà in chiave “musico-spaziale”. E che sia così, lo si intuisce anche dagli hashtag nella pagina instagram del programma: #Intergalactic 🚀, #radioshow 📻, #universe 🌌, #music 🎶 e #art 🖼️. E se ve ne perderete qualche puntata, niente paura, si tratta di podcast, cioè puntate registrate digitalmente che potrete riprodurre e ascoltare anche in un secondo momento.
Il primo degli episodi, che di fatto ha inaugurato il programma, è intitolato “La volta celeste”: un’ora circa di intrattenimento con un assortimento di brani come “Solar Systems” di Annet Peacock, “Here comes the Sun“dei Beatles e “Mercury” dei Bloc Party, frammisti a due interviste, una a Marco Bersanelli, fisico e professore di astronomia e astrofisica presso l’Università degli studi di Milano, e l’altra a Fabrizio Capaccioni, direttore dell’Istituto di astrofisica e planetologia spaziali dell’Inaf a Roma (Inaf-Iaps). E, in chiusura, il brano “Astronomy Domine” dei Pink Floyd. Il secondo e il terzo episodio hanno un tema diverso: la “corsa alla spazio”, ma la struttura è la stessa. Insomma, il format è semplice: musica, musica e tanta astronomia. Quello che cambia, di volta, in volta, sarà l’argomento dell’episodio, gli ospiti da intervistare e la lista dei brani tematici scelti.
L’ideatore del programma, il primo nel suo genere, è Matteo Tripodina, speaker e autore del programma con l’aiuto di Marco Gargano. Media Inaf – che ha accolto volentieri la richiesta di collaborazione quando l’autore ha iniziato a cercare gli esperti per il programma – lo ha intervistato.
Cos’è esattamente Intergalacticshow?
«È un programma radiofonico “musicospaziale” divulgativo, si esplora lo spazio attraverso l’arte e la musica».
Come è nata l’idea del programma?
«L’idea è nata qualche anno fa da una puntata che realizzai per un altro programma radio (GnJ), selezionai una playlist musicale a tema spaziale, senza interventi. Ha iniziato a prendere forma nel maggio del 2017 e si è concretizzato negli ultimi mesi. Credo sia il primo del genere in Italia a coniugare scienza e musica e spero possa essere d’ispirazione».
Una nuova avventura, cosa l’ha spinta a iniziarla?
«La passione per l’astronomia e per lo spazio, i Transformers e alcuni cartoni/film degli anni ’80 hanno contribuito parecchio. Ne sono affascinato, mi piace alzare il naso all’insù, osservare e sognare».
Ok, tutto chiaro. Ora ci dia almeno due buoni motivi per seguire gli episodi!
«Per ascoltare bella musica, ma soprattutto gli interventi di esperti che tramite la loro conoscenza e la passione, riescono a farci sentire più vicini allo spazio che ci circonda».
Per saperne di più:
- www.soundcloud.com/intergalacticshow, dove potrete ascoltare le singole puntate
- www.instagram.com/intergalacticshow, per essere aggiornati sulle uscite dei nuovi episodi