Generò aurore boreali visibili fino a Roma e a Cuba la più violenta tempesta geomagnetica mai osservata che si verificò 160 anni fa. Chiamata evento di Carrington-Hodgson’, mandò in tilt le linee telegrafiche. Oggi, un evento simile genererebbe black out elettrici e manderebbe ko il 50 per cento dei satelliti. Alcuni Paesi si sono organizzati per difendersi, a partire dagli Usa, ma in Italia, secondo gli esperti, manca un piano nazionale per far fronte a un’emergenza dovuta a una tempesta geomagnetica estrema.
L’evento che si verificò l’1 e il 2 settembre del 1859 fu dovuto a eruzioni solari, di cui una molto violenta, che scagliarono nello spazio sciami di particelle del Sole e che furono osservate dagli astronomi britannici Richard Carrington e Richard Hodgson. Quando colpirono la Terra, gli sciami causarono una tempesta geomagnetica estrema, di livello superiore a G5, nella scala dell’ente americano per le ricerche sull’atmosfera e gli oceani (Noaa) che classifica questi eventi da 1 a 5, secondo il fisico solare Mauro Messerotti, dell’Osservatorio di Trieste dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e università di Trieste.
«La tempesta», spiega all’Ansa Messerotti, «mise ko il sistema telegrafico, con i cavi che si fusero perché erano in rame e captavano le correnti elettriche generate nella ionosfera terrestre dall’evento». Oggi un evento così estremo potrebbe causare danni per miliardi di dollari e potrebbe richiedere anni per il completo recupero, perché metterebbe fuori uso centrali elettriche, comunicazioni radio e satelliti. Secondo Messerotti, più del 50% della flotta dei satelliti potrebbe essere messa ko, con tutte le conseguenze, dalle telecomunicazioni, a internet, al gps. Secondo l’esperto un evento così estremo avrebbe effetti su tutto il pianeta e si ci può difendere con piani di emergenza per far fronte alle conseguenze. Quello americano coinvolge Protezione civile e organizzazioni militari: prevede un coordinamento nazionale e la collaborazione fra gli Stati, che vanno in soccorso della popolazione con generatori elettrici, acqua, cibo e carburante. Invece in Italia, rileva Messerotti, «non c’è un piano nazionale per far fronte a un’emergenza da tempesta geomagnetica estrema» e l’esperto consiglia di metterlo a punto. In Europa, conclude, «vari Paesi si sono organizzati, ma bisognerebbe arrivare a un piano coordinato a livello europeo».