LO STUDIO SU ASTRONOMY & ASTROPHYSICS

Scoperto un ammasso insolitamente depresso

Usando i dati del telescopio spaziale Swift, un team di ricercatori guidato da Stefano Andreon dell’Inaf di Milano ha individuato, a circa 800 milioni di anni luce da noi, un ammasso di galassie dal profilo insolito: nelle regioni centrali contiene molta meno massa del previsto

     26/09/2019

L’ammasso di galassie CL2015, al centro dell’immagine (a sinistra si vede anche una galassia, Ngc 309). Crediti: Nasa/Swift, Ncra/Gmrt, Sdss, Bob Franke, Stefano Andreon

Gli astronomi ritengono che tutti gli ammassi di galassie – i più grandi oggetti “collassati” nella gerarchia delle strutture cosmiche – siano pressoché identici fra loro quanto a struttura e a profili radiali. Questi profili, che indicano il variare di alcuni parametri (per esempio, la luminosità) in funzione della distanza dal centro dell’ammasso, hanno un ruolo cruciale nella comprensione degli ammassi. E sono alla base, ad esempio, dell’indicatore sostitutivo per la massa (mass proxy) attualmente più in voga: la pressione integrata. Ciò significa che è possibile ottenere una buona stima della distribuzione della massa all’interno di un ammasso – operazione non semplice – calcolando invece il profilo radiale della pressione – misura decisamente più abbordabile.

Ora, tra i profili radiali misurabili, quello della pressione del plasma presente nell’ammasso (intracluster medium) è quasi universale: semplificando un po’, l’andamento della pressione in funzione della distanza dal centro è lo stesso per qualunque ammasso di galassie. O quasi, appunto: c’è almeno un ammasso che non segue questa regola universale. È un ammasso relativamente vicino – si trova a redshift 0.05, vale a dire a circa 800 milioni di anni luce da noi – di nome CL2015 (o Abell 117). E, per avere una massa complessiva come quella che si ritrova, mostra una pressione insolitamente bassa: un po’ di depressione, appunto. Ad accorgersene, utilizzando le osservazioni compiute dal telescopio spaziale Swift (da poco rinominato Neil Gehrels Swift Observatory), è stato un team di ricercatori guidato da Stefano Andreon dell’Inaf-Osservatorio astronomico di Brera (qui il suo sito web), e i risultati sono stati pubblicati questa settimana su Astronomy & Astrophysics.

«È un’anomalia che rende CL2015 interessante», spiega Andreon a Media Inaf, «perché è indice di una bassa concentrazione. E infatti le misure accurate ottenute con il satellite Swift hanno mostrato che, rispetto ad ammassi con la stessa massa totale, CL2015 ha poca massa nelle zone centrali».

L’ammasso era stato scoperto nel 2015 durante una precedente survey a raggi X condotta sempre con Swift su un campione di ammassi di galassie selezionati indipendentemente dal loro contenuto di gas caldo, consentendo così di individuare esemplari con diverse proprietà relative al mezzo intracluster. Osservazioni di follow-up più profonde hanno poi consentito la scoperta dell’insolito profilo di pressione.

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