Oggi, martedì primo ottobre, all’Osservatorio astrofisico dell’Inaf di Arcetri, Marco Cilibrasi (Università di Pisa) e Antonio Pensabene (Università di Firenze) hanno presentato la loro tesi di laurea alla comunità scientifica in occasione della cerimonia di consegna del Premio “Stefano Magini” per la migliore tesi di laurea magistrale in astrofisica. I due vincitori si sono contesi il riconoscimento con altri diciannove studenti provenienti dagli atenei italiani, fatto che attesta la rilevanza nazionale dell’iniziativa.
Il Premio “Stefano Magini” è giunto ormai alla terza edizione, viene assegnato per la migliore tesi di laurea magistrale con argomento relativo all’astrofisica o alle tecnologie per l’astrofisica ed è stato istituito dall’Osservatorio di Arcetri nel 2016. Il Premio è dedicato a Stefano Magini, tecnico meccanico che ha lavorato per molti anni con l’Osservatorio, ed è reso possibile grazie a una donazione dei suoi eredi per ricordare la sua attività nella progettazione e nella realizzazione di strumentazione scientifica.
Francesca Bacciotti, presidente della commissione del Premio Magini, si ritiene molto soddisfatta della qualità delle tesi candidate al Premio. «In alcuni casi, si tratta di lavori già appropriati per una tesi di dottorato», osserva, «piuttosto che per una tesi di laurea magistrale. Questo testimonia che le università italiane tengono viva la loro tradizione di offrire un ottimo livello di formazione in ambito astrofisico».
La tesi di Cilibrasi, A semi-analytical model for Jupiter’s satellites formation in circumplanetary disks, si concentra sullo studio dei processi di formazione e di evoluzione orbitale dei satelliti galileiani di Giove attraverso l’utilizzo di un metodo semi-analitico. Nello stesso gruppo di ricerca di Cilibrasi, dottorando all’Università di Zurigo in Svizzera, lavora anche Elisa Bortolas, vincitrice della prima edizione del Premio Magini, nel 2016.
Il lavoro di tesi di Pensabene, The ALMA view of the high redshift relation between supermassive black holes and their host galaxies, suggerisce un forte legame evolutivo tra i buchi neri supermassicci e le proprietà delle galassie ospiti nell’Universo locale. Lo studio è stato effettuato su dati ottenuti con Alma – l’Atacama Large Sub-Millimeter Array: 66 antenne di alta precisione capaci di osservare la radiazione a lunghezze d’onda di circa un millimetro, fra la luce infrarossa e le onde radio.
La cerimonia di premiazione si è conclusa con l’intervento degli studenti del corso di Complementi di astronomia dell’Università di Firenze che hanno partecipato al viaggio a El Roque de Los Muchachos a La Palma (Isole Canarie, Spagna), dove hanno visitato gli osservatori astronomici e effettuato osservazioni con il Telescopio nazionale Galileo, grazie anche al generoso contributo elargito dalla famiglia Magini.