L’addio definitivo, avvenuto il 15 settembre di due anni fa, è passato alla storia come il “gran finale” di Cassini. Ma il veicolo spaziale della missione Cassini-Huygens – una collaborazione tra la Nasa, l’Esa e l’Asi – fa ancora scienza. O meglio, a permettere di farla è l’enorme mole di dati che l’orbiter ha raccolto in quasi vent’anni di missione. Dati come quelli che ha ottenuto sorvolando la luna di Saturno Encelado, e che il team di Nozair Khawaja, dell’Istituto di scienze geologiche della Free University di Berlino, ha analizzato, trovando, come si legge nell’articolo pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, composti organici precursori degli amminoacidi – i mattoncini per la costruzione delle proteine.
Il gruppo di scienziati ha utilizzato in particolare i dati ottenuti dallo strumento Cosmic Dust Analyzer per determinare quali composti organici contenessero i grani di ghiaccio dispersi sulla superficie al polo sud della luna.
Molecole superficiali che secondo gli autori provengono però dal nucleo caldo di Encelado, e che – come si vede nell’illustrazione in apertura – avrebbero raggiunto la superficie attraverso più passaggi. Un getto idrotermale le avrebbe dapprima espulse dal nucleo nel grande oceano sotterraneo della luna. Da qui, dopo la miscelazione con l’acqua, le molecole sarebbero state rilasciate nella crosta sotto forma di vapore acqueo, per finire infine in superficie “soffiate” dai pennacchi che sfiatano dai criovulcani. Lì sarebbero condensate in quei ghiacci all’interno dei quali Cassini ha sbirciato e le ha trovate.
Un percorso, questo, molto simile a quello che avviene sulla Terra, dove le sorgenti idrotermali forniscono l’energia che alimenta reazioni chimiche capaci di portare alla produzione di precursori di importanti molecole essenziali per la vita, come ad esempio gli amminoacidi. Gli scienziati ritengono che queste sorgenti idrotermali su Encelado possano funzionare allo stesso modo.
«Se le condizioni sono quelle giuste, queste molecole provenienti dall’oceano profondo di Encelado potrebbero essere sullo stesso percorso di reazione che vediamo qui sulla Terra», ha spiegato infatti Khawaja. «Non sappiamo ancora se gli aminoacidi sono necessari per la vita oltre la Terra, ma aver trovato le molecole che li formano è un pezzo importante del puzzle».
I composti in questione che i ricercatori hanno identificato sono dimetilammina, etilammina, composti carbonilici come acido acetico e acetaldeide, e composti aromatici, le cui concentrazioni – secondo le stime dei ricercatori – possono raggiungere anche le decine di millimoli per singolo grano.
Ammine e altri composti che, come detto, potrebbero essere precursori ideali della sintesi di molecole organiche biologicamente rilevanti attraverso un processo chiamato sintesi idrotermale di Friedel–Crafts. Ciò non significa abitabilità della luna saturniana, sebbene, come afferma Frank Postberg, coautore dell’articolo, «è un’altra luce verde».
Per saperne di più:
- Leggi su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society l’articolo “Low-mass nitrogen-, oxygen-bearing, and aromatic compounds in Enceladean ice grains” di N Khawaja, F Postberg, J Hillier, F Klenner, S Kempf, L Nölle, R Reviol, Z Zou e R Srama