Inspiring Stars (“stelle ispiratrici”) è il nome di un progetto dell’Unione astronomica internazionale (in inglese International Astronomical Union, Iau), il massimo organismo a livello mondiale di regolamentazione e categorizzazione del cielo. In occasione dei festeggiamenti per i 100 anni dalla fondazione, la Iau si è concentrata sullo studio di nuove forme di comunicazione volte ad una sempre maggiore inclusività ed apertura dei contenuti astronomici a favore dei non vedenti e di altre categorie di pubblico svantaggiate. Così è nata la mostra “Inspiring Stars”.
Questa mostra itinerante, già presentata in vari paesi, ora sbarca – pur brevemente – in Sardegna grazie all’Istituto nazionale di astrofisica di Cagliari che, tra le attività previste per una importante conferenza scientifica internazionale, potrà presentarla nei locali della Mediateca del Mediterraneo (Mem) venerdì 11 e sabato 12 ottobre 2019. «»
«Inspiring Stars – spiega Silvia Casu, curatrice dell’esposizione per Cagliari – è una mostra itinerante di attività astronomiche inclusive, fruibili da ogni tipo di pubblico, compreso quello della disabilità, permettendo la “visione” del cielo anche a coloro che non possono vederlo, per ragioni diverse. La presenza a Cagliari della mostra Inspiring Stars è particolarmente importante anche nell’ottica di creare un momento d’ispirazione per nuove iniziative locali di inclusione, per abbattere le barriere e favorire il riconoscimento delle diversità come valore e arricchimento».
L’inaugurazione è prevista per le ore 17 di venerdì 11 ottobre con una presentazione del direttore dell’Osservatorio astronomico Inaf di Cagliari, Emilio Molinari, seguita – fino alle ore 20 – da una visita guidata introdotta dalla stessa curatrice Silvia Casu per far comprendere al meglio ai visitatori il significato dei pannelli e l’utilizzo dei vari exhibit presenti.
Sabato 12 ottobre la mostra sarà visitabile sia al mattino, dalle 10 alle 13, che al pomeriggio, sempre dalle 17 alle 20. In questi orari di apertura avranno luogo anche altri tre “eventi nell’evento”.
Alle 10.30 Ciriaco Goddi – l’astrofisico famoso per aver condotto il progetto “Black Hole Cam” che ha portato alla prima immagine mai ottenuta di un buco nero – racconterà la sua esperienza di vita e lavoro agli studenti di due licei scientifici (“Euclide” di Cagliari e “Pitagora” di Selargius), in un incontro intitolato “Da Orune ai Buchi Neri, storia di un astrofisico sardo”.
Nel pomeriggio Silvia Casu condurrà “W la Risoluzione”, un coinvolgente laboratorio didattico per bambini dai 7 ai 10 anni che, attraverso l’uso dei chiodini Quercetti, si propone di introdurre il concetto di risoluzione delle immagini digitali. La partecipazione è soggetta a prenotazione obbligatoria tramite email all’indirizzo a silvia.casu@inaf.it.
Alle 18.30 sarà il turno dell’astrofisico Leonardo Testi, Alma european operations manager e associato Inaf, che parlerà della ricerca della vita tramite i telescopi dell’Eso (European Southern Observatory) e in particolare del radiotelescopio Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), nel seminario divulgativo “Le nostre origini cosmiche: alla ricerca dei mattoni della vita con Alma”.
Ed è proprio grazie al telescopio Alma, situato in Cile, che la mostra Inspiring Stars è potuta approdare in Sardegna. “Alma2019 Scientific results and cross-facility synergies” è infatti il titolo della conferenza internazionale – riservata agli addetti ai lavori, ben 250 ricercatori da tutto il mondo – che l’Inaf ospiterà a Cagliari dal 14 al 18 ottobre prossimi e che ha consentito, col finanziamento garantito dal progetto Inaf i-Alma e grazie a un lavoro non indifferente dello staff Inaf, la mobilitazione della mostra fino alla Sardegna e la sua installazione alla Mediateca del Mediterraneo.
«Portare in Sardegna una mostra come “Inspiring Stars” – sottolinea il direttore Inaf-Oac-Inaf Emilio Molinari – dimostra la centralità dell’Inaf in ambito internazionale e la sua capacità di coinvolgimento e di ispirazione delle nuove generazioni tramite esempi concreti e virtuosi».