Quando gli astronomi usano il telescopio spaziale Hubble per studiare il cielo profondo può succedere di tutto. Anche che un asteroide del Sistema solare sbuchi fuori all’improvviso facendosi immortalare in primo piano sotto gli occhi attoniti di chi in quella foto vedeva un unico soggetto. Un gesto, questo di intrufolarsi furtivamente e rubare la scena, che un po’ tutti abbiamo sperimentato sulla nostra pelle. La parola inglese per indicarlo è photobombing: l’atto di inserirsi in una foto con l’unico scopo di fare uno scherzo. Ebbene, non è solo una prerogativa terrestre: avviene anche nello spazio.
“Manie di protagonismo” degli asteroidi che un team di astronomi e ingegneri dell’Esa ha deciso di sfruttare a proprio vantaggio avviando un progetto scientifico – Hubble Asteroid Hunter – rivolto a chiunque e con lo scopo di identificare le tracce di questi “Paolini cosmici” nelle immagini d’archivio catturate dallo Hubble Space Telescope. Un progetto di citizen science che dall’ultima settimana di giugno del 2019, la sua data di inizio, ha già permesso di identificare più di 300mila tracce di asteroidi in quasi 11mila immagini originali di Hubble grazie al lavoro di oltre 1.900 volontari.
Volontari e volontarie come @Astromelina, al secolo Melina Thévenot, appassionata di astronomia che in un’immagine scattata da Hubble nel 2005 ha rinvenuto le tracce dell’asteroide della fascia principale S2001 SE 101, scoperto dal programma Linear (Lincoln Near-Earth Asteroid Research) nel 2001. Ed è sempre lei che, combinando insieme scatti realizzati da Hubble con i filtri blu, verde e rosso, ha ottenuto la spettacolare immagine che vedete qui sopra: l’iconica nebulosa del Granchio – uno fra i soggetti preferiti di Hubble – attraversata, dal basso verso l’alto e da sinistra a destra, dall’asteroide “disturbatore” – S2001 SE 101, appunto.
Un photobombing in piena regola, anche se a dire il vero non del tutto inaspettato. La nebulosa del Granchio, osservata dallo Hubble Space Telescope in più di 300 occasioni, si trova infatti vicino all’eclittica, il piano orbitale nel quale risiedono la maggior parte degli asteroidi del Sistema solare. Era dunque solo una questione di tempo, prima che uno di essi rubasse la scena alla nebulosa. Un lavoro utile, questo fatto dai volontari del progetto Hubble Asteroid Hunter, per un motivo ben preciso: l’identificazione degli asteroidi e la marcatura delle loro posizioni in immagini di archivio di Hubble, insieme all’ora e alla data in cui le foto sono scattate, consente agli astronomi determinare l’orbita e la traiettorie future di questi asteroidi con estrema precisione. E ciò è molto importante soprattutto per quanti di questi appartengono alla categoria dei near-Earth.
Il team Esa sta già programmando di aggiungere nuovi dati al progetto: se anche voi volete ispezionare le immagini di Hubble alla ricerca di asteroidi di passaggio, dunque, non dovete che farvi avanti.