ULTIMI AGGIORNAMENTI SU MARS 2020 ED EXOMARS 2020

Prove d’atterraggio in corso per i rover marziani

I lanci delle prossime due missioni per la ricerca di tracce di vita su Marte – Mars 2020 della Nasa ed Exomars 2020 dell’Esa e di Roscosmos – sono entrambi in calendario per l’estate prossima. Ecco un aggiornamento sui test che i singoli moduli stanno subendo prima dell'assemblaggio definitivo e l'invio, rispettivamente, a Cape Canaveral e a Bajkonur

     15/10/2019

Ingegneri e tecnici Nasa al lavoro sul rover Mars 2020 mentre una gru solleva il modulo di discesa che lo condurrà su Marte. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Cercare eventuali tracce di vita e ricostruire la storia geologica di Marte sono gli obiettivi delle prossime missioni sia della Nasa che di Roscosmos e dell’Esa, le agenzie spaziali russa ed europea. La Nasa si appresta a farlo con il rover di Mars 2020. Per l’Esa e Roscosmos, invece, il compito toccherà al rover Rosalind Franklin della missione ExoMars 2020. Per entrambe le missioni la prima finestra utile per il lancio sarà nel mese di luglio del 2020. Dunque fervono i preparativi e i test, in particolare quelli che riguardano la sequenza di approdo.

Per il rover targato Nasa – il cui nome ufficiale sarà scelto dagli studenti delle scuole americane attraverso un contest dedicato, Name the rover – buone notizie arrivano dal Jpl, il Jet Propulsion Laboratory californiano. Come testimonia la sequenza animata che vedete in apertura, risalente al 28 settembre scorso, i tecnici e gli ingegneri della missione hanno completato con successo il test di separazione del robottino a sei ruote con il modulo di discesa che lo scodellerà con dolcezza sul Pianeta rosso. Quest’inverno entrambe i moduli saranno spediti in Florida, a Cape Canaveral, per l’assemblaggio finale, in calendario per la primavera successiva. Assemblaggio che avverrà, però, non prima di aver sottoposto il rover a un’ulteriore serie di test, compresi quelli per la valutazione della resistenza dei sistemi meccanici ed elettronici in condizioni che simulano l’ambiente marziano.

Anche per quanto riguarda ExoMars 2020 ci sono sviluppi positivi, fa sapere oggi l’Esa: nell’ultimo mese si sono fatti passi avanti nella soluzione dei problemi emersi nel corso dell’anno con i paracadute, essenziali per frenare l’ingresso in atmosfera del modulo di discesa contenente il rover. Un primo test, avvenuto lo scorso anno con un elicottero da quota 1,2 chilometri, aveva dimostrato con successo il dispiegamento e l’apertura del più grande dei due paracadute principali, quello da 35 metri. Successivamente, il 28 maggio di quest’anno, la sequenza completa di apertura di tutti e quattro i paracadute – i due principali più i due paracadute pilota – è stata testata per la prima volta con un pallone stratosferico, che ha rilasciato il sistema di prova da un’altezza di 29 chilometri. In questo caso, mentre i meccanismi di dispiegamento si sono attivati ​​correttamente e la sequenza di apertura è stata completata, entrambi i paracadute principali – sia quello da 15 metri che quello da 35 metri – hanno subito alcuni danni al tessuto.

Le dimensioni dei componenti chiave della missione ExoMars 2020. I paracadute che aiuteranno a rallentare il modulo di discesa attraverso l’atmosfera marziana sono paragonati per dimensioni al Big Ben. Il modulo di discesa, che rilascerà la piattaforma di atterraggio e il rover sulla superficie marziana, è invece confrontato con l’altezza di un essere umano. Il rover è sistemato all’interno della piattaforma di atterraggio dalla quale scenderà, ad approdo terminato, attraverso una delle due rampe. Crediti: Esa

Effettuate le indagini del caso, sono state apportate alcune modifiche al design dei paracadute per preparasi al successivo test ad alta quota, quello dello scorso 5 agosto, il terzo e ultimo effettuato sino a ora. Tentativo che – nonostante le modifiche – è purtroppo nuovamente fallito: le indagini preliminari hanno mostrato che i passaggi iniziali del rilascio e dell’apertura sono stati completati correttamente, ma il paracadute da 35 metri ha subito danni simili a quelli registrati nel test precedente.

Da allora è stata completata un’accurata ispezione di tutto l’hardware recuperato, si legge nel comunicato rilasciato oggi dall’Esa, e questo ha consentito al team di definire adattamenti di progettazione per entrambi i paracadute principali, incluse alcune promettenti modifiche al design utili per facilitarne l’apertura ed evitare i danni da attrito. L’Esa ha anche richiesto il supporto della Nasa per beneficiare dell’esperienza dell’agenzia spaziale statunitense con i paracadute. Una collaborazione che permetterà l’accesso a speciali apparecchiature, presso il Jet Propulsion Laboratory, grazie alle quali si potranno condurre diversi collaudi a terra per valutare la dinamica dell’estrazione del paracadute, al fine di convalidare eventuali modifiche prima dei prossimi test di caduta in alta quota. Test già programmati e che avverranno in Oregon, negli Stati Uniti, tra gennaio e marzo prossimi.

Il loro successo sarà fondamentale per evitare ritardi nella missione. E in caso contrario? «Se non tutti i test previsti fossero superati con successo si rimanderebbe il lancio», dice a Media Inaf Maria Cristina De Sanctis, ricercatrice all’Inaf Iaps di Roma e principal investigator dello strumento italiano Ma_MISS a bordo di ExoMars 2020. «Le date di lancio verso Marte vengono ottimizzate per sfruttare la minima distanza Terra-Marte, e questo avviene ogni 2 anni circa. Quindi la prima data successiva sarebbe nel 2022».

L’Esa sta comunque lavorando senza sosta per completare i test del paracadute da 15 e 35 metri prima della cosiddetta qualification acceptance review, la verifica e il collaudo previsti per la fine di aprile, in modo da arrivare pronti alla finestra di lancio della missione, compresa tra il 26 luglio e l’11 agosto 2020. Se tutto andrà come previsto, il sistema di paracadute collaudato dovrebbe idealmente essere integrato all’interno del modulo di discesa in aprile, prima della spedizione al sito di lancio, a Bajkonur, ma potrebbe anche slittare a maggio, durante le attività di preparazione del veicolo spaziale nel sito di lancio stesso. Per quanto riguarda il rover, il veicolo spaziale si trova attualmente all’Airbus di Tolosa, in Francia, dove subirà test ambientali all’interno di speciali camere che simulano l’ambiente marziano, con temperature che arrivano a 120 gradi sotto zero e valori di pressione pari a un centesimo della pressione atmosferica sulla Terra. Superati tali test, il rover dovrebbe essere integrato nel veicolo spaziale all’inizio del 2020.

Insomma, la corsa alla ricerca di tracce di vita su Marte sta per cominciare, e noi siamo pronti a raccontarvela.