Nonostante abbiano tra i 15 e i 17 anni, conoscono le principali costanti matematiche e fisiche che regolano l’universo e sono già in grado di applicare formule e tecniche utilizzate da astronomi ben più anziani ed esperti, dimostrandolo concretamente con la vittoria alla diciottesima edizione delle Olimpiadi italiane di astronomia. Questo evento – organizzato e finanziato dal Miur e dalla Società astronomica italiana (Sait) con la collaborazione dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) – ha aperto a Vittoria, Andrea, Marco, Lorenzo e Sebastian le porte per volare in Romania a difendere il Tricolore contro altre venti nazioni. Sono dunque volati a Piatra Neamt – moderna cittadina romena situata a ai piedi dei Carpazi – accompagnati dallo scrivente e da Sabrina Milia dell’Inaf di Cagliari, rispettivamente Team Leader e Jury Member nella ventiquattresima edizione della International Astronomy Olympiad (Iao). Per l’Inaf di Cagliari si tratta di un importante riconoscimento di tutto lavoro svolto dal team di Divulgazione e Didattica condotto dall’astrofisica Silvia Casu.
L’obiettivo della nostra Nazionale sarà eccellere nella soluzione di problemi molto complessi come, ad esempio, calcolare dimensioni e orbita di pianeti extrasolari o misurare la deformazione di una lente gravitazionale partendo da pochi dati certi. Sono previste tre prove, una teorico-matematica, una pratica e una osservativa al telescopio. Visto il numero di nazioni partecipanti, la mole di elaborati da esaminare sarà piuttosto consistente e ai Jury Member servirà molto tempo per la loro correzione e traduzione in inglese da tutte le altre lingue. Ecco perché la competizione, nonostante due soli giorni di prova, dura un’intera settimana (dal 19 al 27 ottobre) e impegna i giurati in un lavoro estenuante. I Team Leader hanno invece un ruolo di accompagnamento logistico e psicologico dei ragazzi per farli arrivare alle prove sufficientemente concentrati, motivati e consapevoli delle proprie qualità senza tuttavia far loro sentire troppo il peso responsabilità. Dopotutto, è un gioco.
Lo spirito delle Olimpiadi internazionali di astronomia va infatti ben aldilà della pura competizione tra studenti particolarmente diligenti. Il grande obiettivo di lungo termine è infatti riaffermare l’astronomia nella sua antica ed originaria accezione di “scienza regale” che, senza considerare alcun tipo di confine, unisce tutta l’umanità sotto lo stesso cielo offrendo a tutti il progresso scientifico e tecnologico di cui è portatrice. Le Olimpiadi sono dunque un prezioso strumento per avvicinare ragazze e ragazzi di tutto il mondo alle facoltà scientifiche come fisica, informatica, medicina o ingegneria e creare i presupposti per un miglioramento tecnico e sociale sempre più condiviso.
Per capire come sia andata occorrerà aspettare la fine della settimana, nel frattempo non possiamo che fare un grande in bocca al lupo ai nostri giovani protagonisti.