UMANI O REPLICANTI? NON C’È CHE UN MODO PER SCOPRIRLO

Essere 4.0: omaggio a Blade Runner

Realizzato da una collaborazione fra Inaf e studenti del Master in comunicazione della scienza e dell’innovazione sostenibile della Bicocca, “Omaggio a Blade Runner” è un’installazione interattiva presente a Città della Scienza, al via da oggi fino a domenica 24 novembre, a Napoli, nell’ambito della 33esima edizione di Futuro Remoto

     21/11/2019

Umani o replicanti? Non c’è che un modo per scoprirlo… Crediti: Elisa Bellistri

Vi trovate chiusi in una piccola stanza di legno. Dalle pareti intorno a voi, parole inquietanti: “che cosa è la vita?”, “Che cosa significa amare?”. Di fronte a voi un ampio touch screen: con un semplice tocco, potete scegliere di ascoltare una testimonianza fra dieci possibili. Lasciatevi portare dalle dita. Fatto?

L’uomo che state ascoltando si chiama Bastian. È seduto dietro una scrivania, ha un cappello bianco da marinaio. Con lui, il suo unico amico: Gavi, un pelouche. Viene interrogato da una voce fuori campo, a tratti incalzante, altre volte suadente. Le debolezze di Bastian sono piuttosto evidenti, ma è la sua reazione finale che lo mette a nudo. È disperatamente solo.

Niente di strano. Tutti gli interrogatori di polizia cercano di provocare una reazione emotiva e questo non fa eccezione. Salvo che per un particolare: Bastian è sospettato di essere un ibrido uomo-macchina. Ovvero un’entità non completamente umana né del tutto artificiale, un prodotto della bioingegneria, delle neuroscienze, della logica applicata, della cibernetica. Un infelice golem tecnologico, non dissimile dalla creatura di Frankenstein.

Siamo nel 2056 e il destino di Bastian è nelle vostre mani. Chi sceglierà di vedere il suo video, potrà votare. Se la maggior parte dei votanti pensa che sia un ibrido, Bastian sarà ritirato (“pensionato”: insomma, distrutto). Se invece la maggioranza ritiene che si tratti di un essere umano, sarà imbarcato su un’astronave e si metterà in salvo, abbandonando la Terra al suo destino. Il nostro pianeta è, infatti, in balìa di un cambiamento climatico fuori controllo, che condurrà inesorabilmente alla distruzione della specie umana.

Bastian, un interrogatorio, un ibrido uomo-macchina: se avete avuto la sensazione di un de ja-vu, non è un caso. Questo exhibit è un esplicito omaggio al film di culto Blade Runner, di Ridley Scott.

Realizzato da una collaborazione fra Inaf e studenti del Master in comunicazione della scienza e dell’innovazione sostenibile dell’Università di Milano Bicocca, sarà proprio Omaggio a Blade Runner l’installazione interattiva al cuore della mostra “Essere 4.0”, organizzata da Città della Scienza, al via oggi – giovedì 21 novembre – insieme alla 33esima edizione della manifestazione Futuro Remoto (Napoli, 21-24 novembre 2019).

Man mano che i visitatori parteciperanno alla mostra, le espressioni di voto saranno registrate per ciascuno dei dieci sospettati: alla fine, solo uno di loro si salverà come essere umano. E i risultati saranno pubblicati in tempo reale, giorno dopo giorno, sulla pagina dedicata di edu.inaf.it e sulla pagina Facebook Omaggio a Blade Runner.

Se ricordate (altrimenti correte a vederlo o a rivederlo), in Blade Runner, uscito nel 1982 e ambientato nel 2019, alcune versioni avanzate di replicanti, cioè automi identici agli esseri umani, sviluppano la capacità di provare emozioni. Mentre lavorano sui mondi esterni, alcuni replicanti, riescono a comprendere di essere stati programmati per avere una vita operativa di soli 5 anni. Per questo motivo si ribellano e tornano sulla Terra, sperando di convincere i propri creatori ad allungare la loro esistenza. Le Blade Runner units sono squadre speciali d’indagatori con il compito di scoprirli e distruggerli.

«Abbiamo voluto ricreare un’ambientazione simile, traslata nel futuro di un numero di anni identico a quello che separa il 2019 dal 1982», racconta Laura Barbalini, dell’Inaf-Osservatorio astronomico di Brera, che ha curato la regia dei video.

«E questo porta al novembre 2056», aggiunge Gianluigi Filippelli, curatore di edu.inaf.it. «La Terra ha perduto la sua lotta contro il cambiamento climatico e la popolazione umana deve lasciare il pianeta, abbandonando gli ibridi al loro destino. Ma gli ibridi, che non sono semplici automi, ricordiamolo, cercano di infiltrarsi nella popolazione. E qui tornano in ballo le Blade Runner units, con il compito di scoprirli e pensionarli».

Un omaggio che ha la medesima carica di ambiguità dell’originale: di fronte alla brevità e alla bellezza insostituibile dell’esistenza, chi è il buono e chi è il cattivo? Siamo sicuri che siano gli ibridi? Chi apprezza di più gli attimi che sta vivendo?

Del resto, nei 37 anni che ci separano dall’uscita del film a oggi, “ne abbiamo viste di cose”. E se non sono state “navi da combattimento al largo dei bastioni di Orione”, di sicuro la scienza ci ha stupito con effetti speciali: dal grafene alle onde gravitazionali, dalle migliaia di pianeti extrasolari ai lampi di raggi gamma, dalle conferme di fenomeni fisici quasi inimmaginabili, come l’entanglement, all’energia oscura, alla scoperta di materiali organici su corpi minori del Sistema solare.

E anche solo per limitarci agli ultimi giorni: alcuni ricercatori di Bristol e Parigi hanno messo a punto una membrana con cui rivestire i dispositivi elettronici come gli smartphone, per esempio, dando la sensazione tattile della pelle reale. Questa membrana multistrato di silicone, inoltre, permette anche di simulare una sensibilità che ricorda quella della pelle stessa. Insomma, fra qualche tempo, potreste accarezzare il vostro tablet, fare il solletico all’iphone o dare un pizzicotto a un e-reader.

Non si parlava di ambiguità?


Per saperne di più:

Guarda il video introduttivo:

Correzione del 21/11/2019: quest’anno Futuro Remoto è giunto alla sua 33esima edizione, non alla 17esima come scritto inizialmente