Quando, poco più di un anno fa, la sonda della Nasa Osiris-Rex (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security-Regolith Explorer) arrivò sull’asteroide Bennu, si ritrovò davanti uno spettacolo inaspettato: la sua superficie era ricoperta da molte più rocce e massi di quanto ci si era immaginati. Selezionare una zona nella quale raccogliere il campione da riportare sulla Terra non sarebbe stato facile, e fu subito chiaro che sarebbe stata necessaria una mappatura accurata di tutti i potenziali pericoli. Questo lavoro certosino – raccontato questo mese qui su Media Inaf da uno degli scienziati protagonisti, Maurizio Pajola dell’Inaf di Padova – è stato svolto da diversi gruppi di ricerca sparsi in tutto il mondo, uno dei quali composto da oltre 3500 cittadini scienziati che hanno utilizzato il progetto Bennu Mappers di CosmoQuest – un progetto che ha sede presso il Planetary Science Institute (Psi) di Tucson, in Arizona – per marcare le rocce, misurare i massi e mappare i crateri sulla superficie di Bennu. Insieme, hanno realizzato oltre 14 milioni di annotazioni di caratteristiche superficiali presenti sulla mappa globale di Bennu.
Questi volontari non potevano sapere se i siti che stavano studiando sarebbero stati quelli poi candidati per il campionamento di Osiris-Rex. Sicuramente, chi di loro ha visto immagini con un minor numero di rocce ha potuto sperare di aver avuto la fortuna di trovare il sito giusto, ma hanno comunque dovuto annotare tutte le foto con centinaia di rocce e decine di massi, in modo che gli scienziati della missione potessero scegliere le immagini più rilevanti per la selezione del sito dove, l’estate prossima, Osiris-Rex preleverà campioni del suolo di Bennu.
«È sorprendente che oltre 3500 cittadini scienziati abbiano partecipato al progetto CosmoQuest per mappare Bennu e aiutare gli scienziati della missione a trovare il posto migliore in cui Osiris-rex potrà raccogliere un campione», ha affermato Pamela L. Gay, scienziata dello Psi. Se la maggior parte delle persone ha annotato meno di 10 immagini del mosaico globale, ben 68 volontari hanno annotato da 100 a 500 immagini e 23 hanno annotato più di 500 immagini!
Il completamento di ogni immagine ha richiesto fino a 45 minuti di lavoro e queste persone hanno impiegato settimane di sforzi, durante i quattro mesi necessari per mappare questo piccolo mondo. Sono sette i “mappatori” più attivi – MikeCassidy, Nilium, bc2callhome, zathras, joed, dpi209 e pattyg – che hanno annotato più di 1000 immagini con una precisione simile a quella dei membri del team scientifico, contribuendo a mappare le immagini a più alta risoluzione delle quattro aree selezionate come potenziali siti di campionamento: Nightingale (ora scelto come sito primario per il touch-and-go di Osiris-Rex), Kingfisher, Osprey (sito di backup) e Sandpiper.
Questo progetto non è terminato con la selezione dei siti: nelle prossime settimane e mesi, il team di CosmoQuest continuerà a lavorare con il team scientifico di Bennu per produrre mappe e contenuti scientifici dai dati provenienti dalla citizen science. Ovviamente, alcuni dei cittadini che hanno maggiormente contribuito alla mappatura della superficie dell’asteroide verranno accreditati per il contributo dato.
CosmoQuest è stato lanciato nel gennaio 2012 ed è il primo sito di citizen science a produrre risultati scientifici pubblicabili. Coloro che si sono persi la possibilità di mappare la superficie di Bennu possono unirsi a CosmoQuest per mappare la Luna, nell’ambito di un progetto di apprendimento automatico. Attualmente CosmoQuest è in fase di transizione per utilizzare software completamente open source e lancerà nuovi progetti di citizen science già nel 2020.