Con grande attesa degli estimatori di film documentari di astronautica, esce per tre giorni consecutivi – da lunedì 17 a mercoledì 19 febbraio – in 85 sale cinematografiche italiane Lunar City, diretto da Alessandra Bonavina, in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana e la Nasa e con il patrocinio dell’Ambasciata americana in Italia e del Centro studi americani.
«Il documentario», spiega la regista, «celebra il cinquantennio dello sbarco dell’uomo sulla Luna, avvenuto il 20 luglio 1969. Ma il film non si ferma al passato. L’opera punta al futuro, in cui la Luna è vista come trampolino per un balzo ancora più significativo di quello compiuto da Neil Armstrong cinquant’anni fa. Il nostro satellite diverrà infatti un avamposto verso Marte».
Come annunciato recentemente da Jim Bridenstine, amministratore capo della Nasa, l’agenzia spaziale statunitense sta lavorando da tempo non solo per riportare l’uomo sulla Luna entro il 2024, ma anche per farlo restare. Solo in questo modo potremo imparare a vivere lontano dalla Terra per periodi lunghi ed essere pronti per una successiva missione su Marte.
Nei prossimi anni, l’intento è di costruire una stazione spaziale in orbita cislunare, che permetterà agli astronauti di raggiungere il nostro satellite e da lì esplorare lo spazio interplanetario. Il docufilm raccoglie una ventina di interviste a figure chiave della Nasa impegnate nelle prossime missioni lunari, oltre a quelle degli italiani Giorgio Saccoccia, presidente dell’Asi, Vincenzo Giorgio dell’Altec e Franco Fenoglio e Walter Cugno di Thales Alenia Space. I protagonisti di questa nuova avventura spaziale spiegano come, in un futuro non così lontano, con una stazione spaziale in orbita cislunare gli astronauti potranno partire dal pianeta Terra con una normale capsula Orion, attraccare dopo qualche giorno al Gateway e poi far rotta verso lo spazio interplanetario a bordo del Transport.
Il film porta la firma di Alessandra Bonavina, già regista di Expedition, distribuito nel 2017. In quel suo precedente lavoro, la regista raccontava le varie fasi dell’addestramento che hanno portato alla realizzazione di Expedition 52, la missione di lunga durata sulla Stazione spaziale internazionale con l’astronauta Paolo Nespoli.
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