Quante volte, camminando, vi è capitato di voltarvi indietro per osservare il percorso fatto, per cercare dei punti di riferimento prima di proseguire, per pensare a cosa si sta lasciando, per non perdersi.
Il 14 febbraio 1990 anche il Voyager 1 si voltò indietro, prima di continuare il suo cammino nell’abisso del cosmo. Così, a sei miliardi di chilometri di distanza, si girò e scattò una foto. Il soggetto della foto era la Terra. L’immagine è conosciuta come il “pallido punto blu”. È qui. È casa. È noi.
Per il trentesimo anniversario di quella foto – che di fatto è una delle immagini più iconiche della missione Voyager – il Jet Propulsion Laboratory della Nasa ne ha pubblicata una nuova versione.
L’immagine originale del 1990 è uno straordinario punto di vista ottenuto pochi minuti prima che le telecamere del Voyager 1 venissero spente intenzionalmente per risparmiare energia e perché la sonda non avrebbe comunque eseguito flyby di altri oggetti durante la sua restante vita. La disattivazione degli strumenti e dei sistemi sui due veicoli spaziali Voyager è stata un processo graduale e continuo che ha contribuito a consentire la loro longevità.
Questa celebre vista del Voyager 1 fa parte di una serie di 60 immagini che hanno composto quello che è conosciuto come il ritratto di famiglia del Sistema solare, pensato e voluto da Carl Sagan, scienziato e divulgatore che ha trasmesso a generazioni la passione per il cosmo. La stessa sequenza di comandi di puntamento della fotocamera ha infatti restituito immagini di sei pianeti del Sistema solare e del Sole, che sono andate a comporre il ritratto.
L’immagine è stata ora restaurata utilizzando moderni software e tecniche di elaborazione delle immagini, rispettando l’intento di chi ha pensato questa inquadratura. Come l’originale, la nuova immagine a colori mostra il pianeta Terra come un singolo pixel blu brillante nella vastità dello spazio. I raggi di luce solare riflessi all’interno dell’ottica attraversano la scena, e uno di questi interseca drammaticamente la Terra.
Il nome di questo punto di vista – Pale Blue Dot – è riconducibile al titolo del libro del 1994 di Carl Sagan (Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space), che ha avuto l’idea di utilizzare le telecamere di Voyager per riprendere la Terra lontana e ha svolto un ruolo fondamentale nel consentire l’acquisizione delle immagini che hanno permesso di comporre il ritratto di famiglia.
L’immagine originale del pallido punto blu si può trovare qui e le immagini del ritratto di famiglia qui.