OLTRE 300 OGGETTI INDIVIDUATI, DI CUI 139 PRIMA SCONOSCIUTI

Pesca a strascico di transnettuniani

Si aggiorna l’immenso catalogo dei corpi celesti che si trovano oltre il pianeta Nettuno: partendo da una lista di 7 miliardi di “puntini” presenti nelle immagini di Des, la Dark Energy Survey, un team di astronomi ne ha confermati ben 316, 139 dei quali mai pubblicati finora. Studiare le orbite di questi oggetti potrebbe consentire un passo avanti nella ricerca di “Pianeta Nove”, il mondo mai trovato che potrebbe esistere oltre Plutone

     13/03/2020

Rappresentazione artistica del pianeta X (o “pianeta nove”), quello che sarebbe il più distante nel Sistema solare se venisse confermato. Crediti: illustrazione di Roberto Molar Candanosa e Scott Sheppard, gentile concessione della Carnegie Institution for Science

Ci sono ben 139 pianeti minori finora sconosciuti tra i 316 oggetti transnettuniani (Tno) individuati e confermati analizzando i dati del progetto Dark Energy Survey (Des) – una campagna osservativa durata sei anni che si è da poco conclusa. Ne dà conto un articolo appena pubblicato su The Astrophysical Journal Supplement Series.

Gli oggetti transnettuniani sono corpi celesti che orbitano per la maggior parte del tempo oltre Nettuno, spesso all’interno della fascia di Kuiper. L’esperimento Des, invece, è stato inizialmente progettato per studiare la materia oscura osservando oggetti molto più lontani – galassie e supernove – in un’area di 5000 gradi quadrati del cielo meridionale. Per scovare questi pianeti minori, dunque, gli esperti del team hanno dovuto far ricorso a un nuovo approccio, escogitando un modo per tracciare i loro movimenti e, soprattutto, un metodo innovativo per confermare la validità delle nuove scoperte. Un metodo che potrebbe rivelarsi utile anche per scovare il famigerato Planet Nine – un ipotetico pianeta delle dimensioni di Nettuno che si pensa possa esistere oltre Plutone.

Partendo dai 7 miliardi di “puntini” – tutti i potenziali oggetti rilevati dal software al di sopra del rumore di fondo – presenti nelle immagini di Des, l’astronomo Pedro Bernardinelli (primo autore dello studio) e i suoi colleghi hanno anzitutto rimosso tutti quelli presenti per più notti nella stessa posizione – come stelle, galassie e supernove. In questo modo sono arrivati a una lista grezza di 22 milioni di oggetti transienti. Da questa prima scrematura, isolando coppie o terzine di oggetti ricorrenti – in posizioni vicine ma non identiche – su più notti di osservazione, i ricercatori hanno compilato una lista di 400 possibili candidati, osservati per almeno sei notti.

Si trattava davvero di oggetti transnettuniani? Per avere una conferma, il tem di Bernardinelli li ha tenuti d’occhio per altre 25 notti, sovrapponendo le diverse immagini per ottenere un risultato più nitido. Con questo metodo – ulteriormente validato dall’osservazione di Tno già noti e dall’individuazione di segnali fake appositamente inseriti nel dataset della survey – sono stati in grado di individuare i 316 transnettuniani, 245 dei quali già presenti nel catalogo di Des e i restanti 139 del tutto sconosciuti.

Oggi conosciamo circa tremila oggetti transnettuniani, il più celebre dei quali è Plutone (declassato a pianeta nano nel 2006). Non dimentichiamoci, però, di altri pianeti minori come Haumea e di Farout, di cui spesso abbiamo parlato su Media Inaf. Gli oggetti trovati dalla Dark Energy Survey (al termine delle analisi potrebbero essere anche 500) si trovano a una distanza dal Sole tra le 30 e le 90 volte quella tra la Terra e la nostra stella.

Con queste new entry nel catalogo degli oggetti transnettuniani, i ricercatori tenteranno di capire la loro storia, da dove provengono e come si sono formati all’origine del Sistema solare.

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