“Quel satellite era sempre stato un prezioso alleato del genere umano. La sua luce era un regalo caduto dal cielo. Prima del fuoco, degli attrezzi, del linguaggio, la luna rischiarava il buio del mondo e calmava la paura degli uomini. Le sue fasi avevano insegnato agli umani il concetto di tempo.” – Haruki Murakami
Il fascino suscitato negli scienziati, e non solo, dal corpo celeste più vicino alla Terra è immutabile negli anni. Il mosaico delle missioni spaziali indirizzate alla Luna conta infatti molti tasselli, dalle prime missioni sovietiche Luna 1 e 2 del Programma Luna nel 1959, alle famose missioni Apollo che nel 1969 hanno visto muovere i primi passi umani sul satellite, per finire ad Artemis, la prossima missione umana prevista per il 2024.
Allunaggi e satelliti orbitanti hanno percorso la Luna con diversi scopi nel corso degli anni, ed è unendo fotogrammi ottenuti da alcuni fra questi che gli scienziati hanno potuto creare la più dettagliata e completa mappa geologica del suolo lunare mai realizzata prima.
Un’opera d’arte, o meglio di scienza, a più autori, la “Mappa geologica unificata della Luna”, firmata dal centro di astrogeologia del servizio geologico statunitense – lo Usgs, United States Geological Survey – in collaborazione con la Nasa e il Lunar Planetary Institute.
Partendo delle sei mappe regionali della Luna collezionate durante le missioni Apollo, lo studente Shannon L. Harrel – con borsa di studio alla Nasa – ha rinnovato, unito e mappato in modo consistente immagini e dati servendosi dei risultati ad alta risoluzione raccolti dalla missione Lunar Reconnaissance Orbiter (Lro), e integrandoli con precise mappe altimetriche.
Mappe topografiche del Lunar Orbiter Laser Altimeter (Lola) disegnano le regioni polari con un livello di dettaglio di 20 metri per pixel, mentre osservazioni stereo di altimetria nelle regioni equatoriali – da 60° N a 60° S – provengono dalla Terrain Camera di Selene, la sonda dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa, con una precisione di 60 metri per pixel.
La mappa è disponibile online e mostra la superficie lunare con un livello di dettaglio notevole, in scala 1:5000000.
Oltre a unire mappe storiche e dati recenti, i ricercatori dell’Usgs hanno sviluppato una descrizione omogenea della stratigrafia, l’analisi mineralogica dei diversi strati di roccia. Questo ha risolto alcuni problemi presenti nelle mappe precedenti dove i nomi delle rocce, le descrizioni e le età erano talvolta inconsistenti.
«Questa mappa è il culmine di un progetto che dura da decenni», dice Corey Fortezzo, geologo dell’Usgs e primo autore dello studio. «Fornisce informazioni vitali per nuovi studi scientifici connettendo l’esplorazione di siti specifici sulla Luna con la panoramica del resto della superficie lunare».
Li vediamo entrambi sulla mappa, il lato rivolto alla Terra e quello nascosto, quasi irriconoscibili nei mille colori che scandiscono la storia geologica di rocce e impatti sul nostro satellite. Colori diversi indicano infatti rocce di composizione mineralogica ed età diverse, crateri provocati da asteroidi e canali di origine vulcanica. Una ricostruzione che rivela tutta la complessità della storia lunare, sin dalla sua nascita, 4.5 miliardi di anni fa.
Si tratta della planimetria definitiva della superficie geologica lunare e sarà indispensabile per per scegliere, ad esempio, i luoghi più adatti e interessanti per gli sbarchi delle prossime missioni umane. Essa costituisce inoltre un valore inestimabile per la comunità scientifica – e non – internazionale.
«Le persone sono sempre state affascinate dalla Luna e dal momento in cui potremo ritornarci» dice il direttore dell’Usgs, l’ex-astronauta della Nasa Jim Relly. «Pertanto, è fantastico vedere come l’Usgs abbia creato una risorsa che può aiutare la Nasa a pianificare le prossime missioni».
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