Il 25 marzo 2020 l’astrofilo australiano Michael Mattiazzo, analizzando le immagini della Solar Wind Anisotropies (Swan), camera che si trova a bordo della sonda Soho (Solar and Heliospheric Observer), ha scoperto una nuova cometa. In seguito, la cometa è stata designata C/2020 F8 (Swan) dal Minor Planet Center e – a inizio aprile – ha superato la soglia della visibilità a occhio nudo. Secondo le ultime previsioni, dopo l’outburst la luminosità della cometa dovrebbe assestarsi fra la magnitudine apparente +6 e +5, ossia appena oltre il limite della visibilità a occhio nudo.
Va sottolineato che prevedere la luminosità di una cometa non è semplice per gli astronomi: l’attività di sublimazione del nucleo è infatti variabile e non prevedibile con certezza matematica. La luminosità di una cometa può diminuire perché si può verificare un esaurimento del materiale volatile oppure – al contrario – si può avere un improvviso outburst per la sublimazione di una zona particolarmente ricca di ghiaccio. Una diminuzione di luminosità può essere dovuta a una progressiva caduta in ombra della zona più attiva sul nucleo, oppure a una frammentazione del nucleo stesso, come è avvenuto recentemente per la cometa interstellare 2I/Borisov. Tutti questi fattori incogniti possono rendere difficile predire quanto potrà diventare luminosa una cometa. Per ora sappiamo di sicuro che la Swan è visibile a occhio nudo e tanto basta a renderla interessante.
La Swan si muove su un’orbita eliocentrica molto allungata, con eccentricità prossima a 1, quindi fa il passaggio al perielio per la prima volta dopo avere lasciato la remota nube di Oort che circonda il Sistema solare. Il perielio verrà raggiunto il 27 maggio 2020, attorno alle 15 ora italiana, quando la cometa raggiungerà una distanza minima dal Sole di 0,43 Ua, ossia 64,8 milioni di km: grosso modo paragonabile alla distanza media di Mercurio dalla nostra stella. Dopo questa data, la C/2020 F8 riprenderà ad allontanarsi dal Sole, per rituffarsi verso le lontane “colonne d’Ercole” del Sistema solare.
Nell’immagine che correda questo articolo si nota come la chioma che circonda il nucleo della Swan sia di colore verde. Per capire il perché dobbiamo parlare brevemente di com’è strutturato lo spettro di una cometa, ossia di che lunghezze d’onda è composta la luce che il corpo celeste emette nello spazio. In generale, lo spettro della chioma di una cometa ha due componenti sovrapposte: una continua e una in emissione. Lo spettro continuo è dovuto semplicemente alla radiazione solare riflessa dalle particelle di polvere presenti nella chioma. Lo spettro in emissione invece è dovuto a un meccanismo di fluorescenza della radiazione solare con le molecole di OH, CN, C2, C3 e altre, presenti nella chioma. Queste molecole sono il risultato della scissione delle molecole progenitrici di cui sono composti gli elementi volatili del nucleo. Nella maggior parte degli spettri cometari, tolto il radicale OH che proviene dalla dissociazione delle molecole d’acqua sublimate dal nucleo, dominano le bande del CN, in altre invece le bande di Swan del C2. Le “bande di Swan” sono chiamate così in onore del fisico scozzese William Swan (1818-1894), il primo a studiare lo spettro della molecola di C2 nel 1856. Queste bande di emissione dominano lo spettro cometario fra 470 e 563,5 nm (nella regione ciano-verde del visibile), e sono quelle che conferiscono il caratteristico colore verde alla chioma delle comete.
Nello scorso mese di aprile la cometa non era osservabile dall’emisfero settentrionale, perché si è avvicinata alla Terra arrivando da sotto il piano dell’Eclittica, ossia da regioni del cielo visibili solo dall’emisfero australe. Tuttavia la declinazione è andata man mano aumentando e la Swan ha tagliato l’equatore celeste fra il 7 e l’8 maggio. Da questa data la cometa ha iniziato a essere visibile all’alba (circa alle 04:30 locali), molto bassa sull’orizzonte est e nord-est, anche dall’emisfero settentrionale. Con il trascorrere dei giorni – e l’aumento della declinazione – a partire dal 18 maggio la cometa sarà visibile sia alla sera a nord-ovest, subito dopo il tramonto (circa alle 21:50 locali), sia poco prima dell’alba a nord-est. A partire dal 25 maggio 2020 la cometa sarà circumpolare per l’Italia settentrionale, quindi visibile tutta la notte dal tramonto all’alba. In ogni caso sarà sempre molto bassa sull’orizzonte e difficile da vedere se l’atmosfera non sarà più che trasparente.
Durante le prime ore della notte del 27 maggio 2020 – poche ore prima del passaggio al perielio – la cometa sarà ad appena 25 gradi dal Sole. Alle 01:30 di ora estiva del 27 maggio, dall’Italia settentrionale la Swan sarà a un’altezza di appena 1° sull’orizzonte nord, nella costellazione del Perseo, ricca di stelle brillanti. Sarà difficile da seguire per via della bassa altezza sull’orizzonte, ma se l’attività di sublimazione del nucleo sarà elevata potrebbe essere bella da vedere. Per fortuna la Luna nei giorni attorno al 27 maggio non disturberà con la sua luce, visto che il primo quarto si avrà solo il 29 maggio. Dopo il 27 maggio la cometa si sposterà in cielo in una posizione angolarmente sempre più vicina alla nostra stella e sarà praticamente invisibile. Aumentando la distanza dal Sole l’attività di sublimazione della cometa diminuirà e – passata la Fascia principale degli asteroidi – cesserà del tutto.
Come si vede non sarà una cometa facile. Bisognerà cercarla con attenzione, usare almeno un binocolo, osservare da siti privi di inquinamento luminoso con l’orizzonte nord più sgombro possibile da ostacoli nei giorni in cui l’atmosfera è trasparente.
A seconda dell’attività di sublimazione in atto sul nucleo, la cometa potrebbe essere più o meno visibile. In ogni caso vale la pena cercare di osservarla, perché le comete visibili a occhio nudo sono molto poche e sopratutto perché – come dice David H. Levy, co-scopritore della famosa cometa Shoemaker-Levy 9 – “Le comete sono come i gatti: hanno la coda e fanno esattamente quello che vogliono”.