SARÀ IL PRIMO STRUMENTO SPAZIALE DEDICATO A UNA DONNA

Un telescopio spaziale dedicato a Nancy Roman

In questo articolo, ripreso con il consenso dell’autrice dal sito Startup Italia, Patrizia Caraveo inquadra la figura della scienziata e manager a cui la Nasa ha deciso di intitolare il suo nuovo telescopio spaziale infrarosso a grande campo, denominato in precedenza Wfirst (Wide Field InfraRed Space Telescope). Nancy Roman è ricordata come la "mamma di Hubble", in quanto riuscì a convincere la Nasa e poi il Congresso Usa a finanziare il telescopio spaziale

     27/06/2020

Nancy Roman. Crediti: Nasa/Esa

Quando mi chiedono quali siano le qualità più importanti per riuscire a sopravvivere e a crescere nel mondo del lavoro, sia in campo scientifico, sia in campo industriale, la mia risposta è sempre la stessa: determinazione unita a sicurezza nelle proprie capacità.

È un consiglio che si adatta sia ai maschi che alle femmine, ma è particolarmente importante per queste ultime perché la nostra cultura, cioè quello che insegniamo alle nostre ragazze, è molto carente da questo punto di vista. Eppure è solo la determinazione, unita alla fiducia in se stesse, che aiuta a superare i problemi che inevitabilmente si incontreranno perché i pregiudizi di genere sono duri a morire.

Per questo è importante fare tesoro dell’esempio di grandi donne che sono riuscite a realizzare i loro sogni battendosi contro gli stereotipi del loro tempo. Abbiamo recentemente ricordato Vera Rubin, la mamma della materia oscura, alla quale è stato intitolato un grande telescopio sulle Ande cilene, e Katherine Johnson, la matematica che calcolava le orbite delle missioni Apollo, uscita dall’oblio grazie ad un libro ed un film di grande successo.

Oggi parliamo di Nancy Grace Roman, una scienziata diventata manager di successo alla Nasa. Il suo lavoro è stato fondamentale per arrivare alla progettazione e all’approvazione del telescopio spaziale Hubble, un’icona della Nasa. Proprio per questo stretto rapporto con la missione astronomica di maggiore successo dell’agenzia, la Nasa ha deciso di dedicarle il suo nuovo telescopio infrarosso a grande campo, che fino ad oggi è stato chiamato Wfirst (Wide Field InfraRed Space Telescope). Il Nancy Grace Roman Space Telescope, abbreviato in Roman Space Telescope (Rst). Per onore di cronaca dovremmo notare che, senza il ritardo dovuto alla pandemia, l’Agenzia spaziale europea sarebbe arrivata prima con il suo rover marziano intitolato a Rosalind Franklin, la scienziata dietro alla scoperta della struttura a doppia elica del Dna, ma purtroppo il viaggio a Marte è stato ritardato.

Per tornare al personaggio, Nancy Grace Roman ha dimostrato da subito straordinaria determinazione. In una famosa intervista ha dichiarato:

«Non ho sicuramente ricevuto incoraggiamenti. Mi dissero da subito che le donne non potevano essere scienziate. Una delle esperienze di cui mi ricordo alle superiori è quando chiesi alla mia professoressa di riferimento il permesso di frequentare un secondo anno di algebra invece che un quinto anno di latino. Mi guardò dall’alto in basso e disse con scherno: “Quale ragazza vorrebbe studiare matematica invece di latino?”. Il primo incoraggiamento arrivò al terzo anno di università, quando il direttore del dipartimento di fisica un giorno venne in laboratorio e mi disse: “Sai, di solito cerco di convincere le donne a non dedicarsi alla fisica, ma penso che tu forse potresti farcela”».

Nonostante il suo impegno, Nancy si rese conto che per le donne era estremamente difficile arrivare ad avere una posizione di professore in una qualsiasi università. Per questo nel 1954 accettò di entrare nel Naval research lab dove si fece conoscere nel campo della radioastronomia fino a quando, nel 1959, venne invitata ad entrare nella squadra scientifica della neonata Nasa. Nell’articolo di ricordi della sua lunga carriera, che scrisse nel 2018 (poco prima di morire), a proposito della decisione di entrare alla Nasa per fare un lavoro di manager piuttosto che quello di scienziata, dice «La possibilità di iniziare a lavorare ad un programma che avrebbe potuto influenzare l’astronomia per cinquant’anni era irresistibile».

All’inizio degli anni ’60 divenne il primo Chief Astronomer dell’Office for space science della Nasa e iniziò a girare le università americane per promuovere i programmi scientifici della Nasa. Qualche anno dopo riunì un comitato di astronomi ed ingegneri per immaginare un telescopio spaziale. Col tempo, riuscì a convincere la Nasa e poi il Congresso a finanziare quello che oggi conosciamo come Hubble space telescope. Per questo è ricordata da tutti come la mamma di Hubble e, nel 2017, questo legame è stato sancito nella serie Lego “donne della Nasa” dove una figurina con i suoi occhiali compare accanto ad una fedele riproduzione dello Hubble space telescope.

Quando diventi un personaggio Lego, significa che sei entrata nella storia.

Guarda su Media Inaf Tv il video sulla storia di Nancy Roman:


Articolo originariamente pubblicato su Startup Italia, qui ripreso con in consenso dell’autrice.