È appena finito giugno, il mese in cui il telescopio spaziale solare Soho (Solar and Heliospheric Observatory) della Esa e Nasa – lanciato nel 1995 per studiare gli strati più interni del Sole e la sua atmosfera – ha visto il maggior numero di comete, rispetto ai mesi precedenti. Pensate che ne sono state scoperte ben 20 solo nei primi 15 giorni (in media sono 20-25 al mese), tra le quali la numero 4000, scoperta dall’astronomo amatoriale norvegese Trygve Prestgard e soprannominata Soho-4000, in attesa della denominazione ufficiale che le verrà assegnata dal Minor Planet Center dell’Unione Astronomica Internazionale.
Si tratta di una delle più piccole comete scoperte finora, e al momento del suo avvistamento era estremamente vicina al Sole e difficile da osservare. Come la maggior parte delle comete scoperte da Soho, anche questa fa parte della famiglia di comete radenti Kreutz. Queste comete sono caratterizzate da orbite che le portano estremamente vicine al Sole durante il perielio, finendo molto spesso per distruggersi sul Sole.
Soho si trova a circa un milione e mezzo di chilometri da noi – nel punto di Lagrange L1 del sistema Terra-Sole – e da questa posizione osserva ininterrottamente il Sole, diventando anche il più grande scopritore di comete della storia, per la sua longevità, la sensibilità dei suoi strumenti e per l’instancabile lavoro degli astronomi amatoriali che scrutano in modo attentissimo le immagini catturate da Soho per scoprire comete non ancora conosciute.
La maggior parte delle comete scoperte da Soho sono state individuate proprio nell’ambito del programma Sungrazer Project della Nasa da appassionati, nel loro tempo libero. Chiunque può infatti scaricare sul proprio tablet o smartphone i dati ottenuti dagli strumenti dei satellite Soho e di Stereo (Solar TErrestrial RElations Observatory) – una missione della Nasa finalizzata allo studio del Sole lanciata nel 2006, costituita da due sonde gemelle lanciate in orbite che consentono di ottenere immagini stereoscopiche della nostra stella – cimentandosi con le immagini originali a disposizione degli scienziati. Sungrazer Project è solo uno dei programmi di citizen science della Nasa dedicati alla collaborazione tra scienziati e appassionati che partecipano attivamente e contribuiscono in modo diretto al raggiungimento delle migliaia di scoperte scientifiche fatte finora.
Prestgard, autore della scoperta, dichiara: «Mi sento molto fortunato. Inizialmente non mi aspettavo che si trattasse proprio di una cometa. Avevo appena finito di discutere con altri cacciatori di comete, e passando in rassegna le ultime recenti comete scoperte ho capito di averne trovata un’altra. Sono davvero onorato di far parte di questa incredibile collaborazione».
«Ho partecipato attivamente al programma Sungrazer Project per circa otto anni, tempo in cui ho rafforzato il mio interesse per le scienze planetarie» continua Prestgard, che si è da poco laureato in geofisica presso l’Università di Grenoble-Alpes in Francia. «È emozionante scoprire qualcosa che prima era sconosciuto». In tutto Prestgard ha scoperto circa 120 comete utilizzando i dati di Soho e della missione Stereo.
Per individuare nuove comete con Soho, vengono utilizzate le immagini prodotte da Lasco (Large Angle Spectrometric COronagraph), uno strumento progettato per studiare le emissioni della corona solare. Lasco blocca la luce diretta del Sole coprendolo con un disco opaco, chiamato coronografo. Con questo stratagemma è possibile immortalare oggetti di luminosità molto debole, che altrimenti sarebbero invisibili dalla luce accecante della nostra stella. «Non solo Soho ci ha permesso di riscrivere la storia della fisica solare ma, inaspettatamente, anche quella delle comete» aggiunge soddisfatto Karl Battams del Naval Research Lab di Washington e responsabile del programma Sungrazer Project.
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