Datare gli impatti meteorici e derivare le dimensioni dei corpi responsabili di tali eventi è di grande interesse scientifico per comprendere le tappe della storia evolutiva del Sistema solare. Per farlo, gli astronomi studiano i crateri generati dall’impatto. Tuttavia, quelli prodotti sulla Terra prima di 600 milioni di anni fa sono stati cancellati nel corso degli anni dall’erosione, dal vulcanismo e da altri processi geologici. Come fare dunque per ottenere informazioni su di essi?
Una possibilità è studiare i crateri presenti sulla Luna, un laboratorio adatto allo scopo in quanto è poco interessata dai fenomeni erosivi.
Un gruppo di ricerca guidato dall’Università di Osaka ha fatto esattamente questo: utilizzando le immagini della superficie lunare ottenute dalla Terrain Camera a bordo di Selene (Selenological and Engineering Explorer), la sonda – poi ribattezzata Kaguya – dell’Agenzia spaziale giapponese (Jaxa) in orbita attorno alla Luna sino al 2009, ha studiato la distribuzione delle età di formazione di 59 crateri lunari con un diametro maggiore di 20 km. La tecnica utilizzata per lo scopo si chiama crater size-frequency distribution measurement e permette, conteggiando il numero di crateri da 0,1 a 1 km di diametro adiacenti un cratere più grande, di stimare l’età di formazione di quest’ultimo.
Un esempio di questo tipo di datazione relativa è quello applicato a Copernico, un cratere lunare di 93 km di diametro situato nella parte nord-occidentale della faccia visibile della Luna. Nello studio in questione, i cui risultati sono pubblicati su Nature Communications, la densità degli 860 “piccoli” crateri che lo costeggiano è stata calcolata per derivare l’età dell’enorme cratere lunare. Facendo la stessa cosa con gli altri 58 crateri, i ricercatori hanno trovato che 8 di essi si soo formati simultaneamente circa 800 milioni di anni: la prova di un’antica pioggia di meteoriti.
Gli scienziati hanno quindi stimato la massa e la taglia di ciascuno dei meteoroidi responsabili della formazione di questi crateri e infine quella del corpo progenitore di questa pioggia meteorica. Si tratterebbe di un asteroide di circa 10-13 km di diametro con una massa di 1300-1600 miliardi di tonnellate, forse il corpo progenitore di Eulalia, un asteroide di tipo C che analogamente alle meteoriti contiene carbonio.
Se questa pioggia di meteoroidi derivante dalla sua distruzione avesse colpito la Terra 800 milioni di anni fa, spiegano i ricercatori, ciò potrebbe spiegare le ere glaciali avvenute durante il cryogeniano. E gli altri frammenti? Che fine potrebbero aver fatto? Secondo gli autori alcuni potrebbero essere caduti sugli altri pianeti e sul Sole, altri potrebbero essere rimasti in orbita all’interno della fascia principale degli asteroidi come membri della famiglia di Eulalia, altri ancora potrebbero essere diventati near-Earth asteroids.
«I risultati del nostro studio hanno fornito una nuova prospettiva per le sceinze della Terra e le scienze planetarie», dice Kentaro Terada dell’università di Osaka, primo autore dello studio, «e avranno una vasta gamma di effetti positivi in vari campi di ricerca».
Per saperne di più:
- Leggi su Nature Communications l’articolo “Asteroid shower on the Earth-Moon system immediately before the Cryogenian period revealed by KAGUYA” di Kentaro Terada, Tomokatsu Morota e Mami Kato