SARANNO LE NOSTRE ORECCHIE SU MARTE

Due microfoni su Perseverance per sentirci meglio

Tra gli strumenti scientifici a bordo del rover della Nasa Perseverance ci sono anche due microfoni. Registreranno per la prima volta i suoni prodotti da Marte, realizzando il sogno di una vita di Carl Sagan

     23/07/2020

Infografica delle missioni che hanno tentato di inviare un microfono su Marte. L’ultima in ordine temporale sarà la missione Mars 2020 con il rover Persevarance. Crediti: The Planetary Society

Le missioni che attualmente studiano Marte sono in tutto otto: InSight, ExoMars Trace Gas Orbiter, MAVEN, Mars Orbiter Mission, Curiosity, Mars Reconnaissance Orbiter, Mars Express e 2001 Mars Odyssey. Tutte hanno restituito una grande quantità di dati e immagini mozzafiato del pianeta. Nessuna, tuttavia, ne ha restituito il suono. Nemmeno Hope Emirates Mars Mission, Tianwen-1 (partita all’alba di oggi alla volta di Marte) o il futuro ExoMars Rover saranno in grado di farlo. In realtà, il lander Insight della Nasa ci ha permesso di “ascoltare” il rumore del vento marziano attraverso il suo sensibile sismografo, ma appunto fra virgolette: mai nessun veicolo spaziale ha registrato il suono di Marte attraverso i microfoni.

Ci proverà ora il rover della missione Mars 2020 Perseverance. Il veicolo spaziale, il cui lancio insieme all’elicottero Ingenuity è programmato per giovedì 30 luglio prossimo, è infatti munito non di uno ma di ben due microfoni. Oltre a fare scienza con la sua suite di strumenti, grazie a questa coppia di dispositivi Perseverance sarà dunque in grado di restituire per la prima volta anche il vero sound di Marte. Un desiderio espresso dal co-fondatore della Planetary Society, Carl Sagan, sin dal 1996, anno in cui scrisse una lettera alla Nasa esortando l’agenzia spaziale a includere registratori di suoni sui lander proprio per questo scopo.

«Anche se da questo primo esperimento venissero registrati solo pochi minuti di suoni marziani», scriveva l’astronomo, divulgatore scientifico e autore di fantascienza statunitense, «l’interesse pubblico sarà alto e l’opportunità per l’esplorazione scientifica reale».

Perseverance non è il primo veicolo che tenta di registrare i suoni di Marte. Almeno tre veicoli spaziali prima di lui avevano a bordo microfoni. Il primo fu il Mars Polar Lander della Nasa: il suo microfono, finanziato dai membri e dai sostenitori della Planetary Society, divenne il primo strumento scientifico crowdfunding a volare su un altro pianeta. Il secondo, o meglio, i secondi, furono i quattro piccoli lander della missione congiunta Cnes/Esa Netlander. Il terzo, infine, fu il lander Phoenix della Nasa. Tuttavia, a causa dello schianto sulla superficie marziana del Mars Polar Lander, della cancellazione della missione Netlander, e dei problemi di attivazione del microfono su Phoenix, in nessuno dei tre casi si riuscì a sentire la “voce” di Marte. Finalmente, con Perseverance, ascoltarla potrebbe diventare realtà, realizzando il sogno di Carl Sagan e della Planetary Society.

«I suoni di Marte hanno da sempre affascinato il pubblico. È  per questo che la Planetary Society ha abbracciato e perseguito l’obiettivo di registrarli», dice Bruce Betts, direttore scientifico di questa organizzazione no-profit che negli Usa è la massima autorità in fatto di esplorazione interplanetaria. «Risale alle nostre prime idee di espandere le scienze spaziali al pubblico. Questa concezione di coinvolgere i nostri sensi con un altro mondo in un modo completamente nuovo è qualcosa in cui la Planetary Society ha creduto. E ora speriamo che si realizzi».

Dei due microfoni in questione – capaci di registrare audio all’interno della gamma di frequenze udibili dell’orecchio umano – il primo è stato fornito dal Jpl. È situato posteriormente (vedi l’immagine in basso) e fa parte dell’Edl, l’Entry, Descent and Landing system responsabile di portare il rover sulla superficie di Marte. I segnali acustici catturati da questo microfono, accoppiati con il video a colori ripreso dalle telecamere Edl, consentiranno di provare l’emozione di vedere e sentire ciò che accadrà durante l’atterraggio sul pianeta proprio come se fossimo lì presenti.

Rappresentazione di Perseverance. I cerchi in blu indicano la posizione dei due microfoni grazie ai quali il rover registrerà per la prima volta i suoni su Marte, permettendoci di stimolare non solo il senso della vista ma anche quello dell’udito. Crediti: Nasa/Jpl

Il secondo microfono – frutto della collaborazione tra l’Institut supérieur de l’aéronautique et de l’espace (Sae-Supaero), l’Institut de recherche en astrophysique et planétologie (Irap) e il Los Alamos National Laboratory (Lanl), sotto la supervisione del Cnes – è incluso nella SuperCam Mast Unit, la “testa” di Perseverance, una versione di nuova generazione dello strumento ChemCam del rover Curiosity.

Come il suo predecessore, SuperCam utilizza un raggio laser a infrarossi per riscaldare e vaporizzare le rocce e il suolo marziano. Quando la SuperCam farà esplodere una roccia, il suono che ne risulta darà agli scienziati indizi sulla sua composizione. Non solo: questo “orecchio” sarà anche in grado di registrare le onde sonore prodotte dai movimenti che il rover farà durante tutta la sua missione.

«Sentire il suono dell’albero maestro e delle ruote che girano, o il suono di altri strumenti, può anche essere un importante strumento di ingegneria per fare diagnostica», sottolinea a questo proposito Greg Delory, uno dei consulenti del team del microfono SuperCam.

«In questa missione ripongo le stesse speranze che riponevo nel Mars Polar Lander», conclude Lou Friedman, co-fondatore insieme a Carl Sagan e Bruce C. Murray della Planetary Society. «Per me nulla è cambiato al riguardo: ogni volta che vediamo la prima immagine o i primi dati di qualsiasi missione è sempre emozionante, aspettare il primo suono di Marte sarà altrettanto emozionante. Da molto tempo ormai siamo in grado di vedere Marte dal punto di vista dei rover. Essere in grado di aggiungere un altro senso alla nostra comprensione del pianeta sarà incredibile».