Giusto ieri vi abbiamo dato notizia di una supernova straordinaria per la quantità di calcio – elemento essenziale per la vita, dall’apparato scheletrico alla comunicazione cellulare – che è riuscita a produrre. Oggi è il turno di un’altra colonna portante di ogni sistema vivente, il fosforo: senza di lui non ci sarebbe nemmeno il Dna, per non parlare di tutte le altre molecole biologiche nelle quali gioca un ruolo fondamentale. Eppure sulla sua origine c’è parecchia incertezza, o meglio: sul fatto che venga forgiato nelle fucine stellari ci sono ben pochi dubbi, ma nessuno degli attuali modelli d’evoluzione chimica galattica è in grado di spiegare la quantità di fosforo osservata nella nostra galassia, e in particolare nel Sistema solare.
Ora però uno studio uscito questa settimana su Nature Communications annuncia la scoperta di 15 stelle con una tale sovrabbondanza di fosforo – e di altri elementi, quali magnesio, silicio, ossigeno, alluminio e cerio – da far parlare addirittura di un nuovo tipo di oggetti celesti. E da far ipotizzare l’esistenza di progenitori stellari che potrebbero aver dato un contributo significativo alla quantità di fosforo presente sulla Terra. Insomma, stelle alle quali dobbiamo letteralmente la vita.
«Questi risultati mostrano che non solo abbiamo a che fare con un nuovo tipo di oggetti», dice infatti il primo autore dell’articolo, Thomas Masseron, dell’Instituto de Astrofísica de Canarias (Iac), «ma che la loro scoperta apre la strada allo studio di nuovi meccanismi fisici e reazioni nucleari che si verificano all’interno delle stelle».
La scoperta delle 15 stelle con una firma del fosforo così ben marcata – nella fattispecie, la riga spettrale d’assorbimento “P I” – è avvenuta analizzando una grande quantità di spettri infrarossi presenti nel database pubblico della Sloan Digital Sky Survey. Inoltre gli astrofisici del team guidato da Masserson hanno potuto avvalersi dello spettrografo Echelle installato al Nordic Optical Telescope, presso l’Osservatorio di Roque de los Muchachos sull’isola di La Palma, alle Canarie, per ottenere lo spettro ottico della più brillante fra le “stelle di fosforo“.
«Questo spettro ci ha permesso di ricavare le abbondanze chimiche di ulteriori elementi presenti in queste stelle, che sono molto particolari e ricche di fosforo», dice Olga Zamora, coautrice dell’articolo astronoma supporto all’IAac, «e di escludere definitivamente qualsiasi candidato stellare noto che possa spiegare, appunto, l’esistenza di stelle così ricche di questi elementi».
Per saperne di più:
- Leggi su Nature Communications l’articolo “Phosphorus-rich stars with unusual abundances are challenging theoretical predictions”, di Thomas Masseron, D. A. García-Hernández, Raúl Santoveña, Arturo Manchado, Olga Zamora, Minia Manteiga e Carlos Dafonte