DUE ANNI DI SCOPERTE SORPRENDENTI

Tess, missione principale conclusa

Il 4 luglio scorso il cacciatore di pianeti della Nasa, Tess, ha terminato con successo la sua missione principale durata due anni, durante la quale ha osservato circa il 75 per cento del cielo stellato. Nel catturare questo gigantesco mosaico, Tess ha trovato 66 nuovi esopianeti e quasi 2100 candidati in attesa di conferma. Ora inizia la missione estesa, nella quale l’acquisizione delle immagini sarà tre volte più veloce

     12/08/2020

Questo mosaico celebra il completamento della missione principale di Tess. Crediti: Goddard Space Flight Center della Nasa

Il 4 luglio, il Transiting Exoplanet Survey Satellite (Tess) della Nasa ha terminato la sua missione principale, fotografando circa il 75 per cento del cielo stellato come parte di una survey di due anni. Nel catturare questo gigantesco mosaico, Tess ha trovato 66 nuovi esopianeti – mondi oltre il Sistema solare – e quasi 2100 candidati su cui gli astronomi stanno lavorando per poterli confermare.

«Tess sta producendo un fiume di osservazioni di alta qualità che forniscono dati preziosi su una vasta gamma di argomenti scientifici», riferisce Patricia Boyd, scienziata del progetto per Tess presso il Goddard Space Flight Center della Nasa a Greenbelt, nel Maryland. «Mentre sta entrando nella sua missione estesa, Tess è già un successo strepitoso».

Tess osserva strisce di cielo di 24 per 96 gradi chiamate settori per circa un mese utilizzando le sue quattro telecamere. La missione ha trascorso il suo primo anno osservando 13 settori del cielo meridionale e poi ha trascorso un altro anno osservando il cielo settentrionale.

Il Transiting Exoplanet Survey Satellite (Tess) della Nasa ha completato la sua missione principale di due anni e sta continuando la sua ricerca di nuovi mondi. Crediti: Goddard Space Flight Center della Nasa

Ora, nella sua missione estesa, Tess ha ripreso l’osservazione del cielo sud. Il team di Tess ha introdotto miglioramenti al modo in cui il satellite raccoglie ed elabora i dati: le sue telecamere ora acquisiscono un’immagine completa ogni 10 minuti, tre volte più velocemente rispetto alla missione principale. La nuova modalità veloce consente di misurare la luminosità di migliaia di stelle ogni 20 secondi, insieme al precedente metodo per raccogliere queste osservazioni da decine di migliaia di stelle ogni due minuti. Le misurazioni più rapide consentiranno a Tess di risolvere meglio i cambiamenti di luminosità causati da oscillazioni stellari e di catturare con maggiore dettaglio i bagliori esplosivi da stelle attive.

Questi cambiamenti rimarranno in vigore per tutta la durata della missione estesa, che sarà completata nel settembre 2022. Dopo aver trascorso un anno a fotografare il cielo meridionale, Tess impiegherà altri 15 mesi per raccogliere ulteriori osservazioni del cielo nord e per rilevare le aree lungo l’eclittica – il piano dell’orbita terrestre attorno al Sole – che il satellite non ha ancora ripreso.

Illustrazione del Transiting Exoplanet Survey Satellite (Tess) della Nasa al lavoro. Crediti: Goddard Space Flight Center della Nasa

Tess cerca i transiti, ossia la diminuzione di luminosità di una stella causata dal passaggio di un pianeta che, orbitandole attorno, le passa davanti (rispetto al nostro punto di vista). Tra le più recenti scoperte planetarie della missione ci sono il suo primo mondo di dimensioni terrestri – chiamato Toi 700 d – che si trova nella zona abitabile della sua stella, un pianeta nuovo di zecca attorno alla giovane stella Au Microscopii e un mondo delle dimensioni di Nettuno in orbita attorno a due soli.

Oltre alle scoperte planetarie, Tess ha osservato un outburst di una cometa nel nostro Sistema solare, e numerose stelle che esplodono. Il satellite ha scoperto eclissi a sorpresa in un noto sistema stellare binario, ha risolto un mistero su una classe di stelle pulsanti e ha esplorato un mondo in cui le stagioni sono modulate dalle stelle. Ancora più sorprendentemente, Tess ha visto un buco nero in una galassia lontana distruggere una stella simile al Sole.

Missioni come Tess contribuiscono significativamente all’astrobiologia, l’avvincente campo di ricerca interdisciplinare che si occupa delle variabili e delle condizioni di mondi lontani che potrebbero ospitare la vita come noi la conosciamo, oltre che di quale forma la vita potrebbe assumere in essi.

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