Un nuovo studio recentemente apparso su Astrophysical Journal svela la forma e il carattere nascosto della giovane e lontana galassia attiva Txs 0128+554. Si tratta di un’indagine esemplare per quanto riguarda il profiling di un oggetto astrofisico, in questo caso una galassia a 500 milioni di anni luce di distanza con al centro un buco nero supermassiccio da un miliardo di masse solari.
La galassia Txs 0128 è considerata attiva in quanto la radiazione da essa proveniente è ben superiore a quella generata da tutte le stelle che la compongono. Gli scienziati sono convinti che questa emissione “extra” provenga da regioni vicine al buco nero centrale, dove un disco vorticoso di gas e polvere si addensa e si riscalda a causa delle forze gravitazionali e di attrito.
Circa un decimo delle galassie attive produce una coppia di getti, fasci di particelle ad alta energia che viaggiano quasi alla velocità della luce in direzioni polari opposte, arrivando a emettere raggi gamma, le radiazioni più energetiche. L’emissione radio che viene spesso rilevata è invece prodotta dall’interazione di nugoli di particelle che si muovono a spirale attorno ai potenti campi magnetici.
Tornando alla galassia oggetto del nuovo studio, nel 2015 il telescopio spaziale per raggi X Fermi della Nasa riuscì finalmente a determinare dopo cinque anni d’osservazioni che Txs 0128 è una debole sorgente di raggi gamma, decine di migliaia o anche centinaia di migliaia di volte più debole delle tipiche sorgenti gamma esaminate dal blasonato satellite.
Un gruppo internazionale – guidato da Matthew Lister della statunitense Purdue University e comprendente ricercatori da Russia, Germania e Usa – cominciò a osservare la galassia con il Vlba, Very Large Baseline Array, il più esteso radiotelescopio interferometrico esistente, costituito da 10 antenne paraboliche sparse su tutto il territorio statunitense, dalle Hawaii alle Isole Vergini Americane.
La lunga serie di misurazioni della schiera di antenne forniscono una mappa dettagliata di Txs 0128 a diverse frequenze radio, che consentono di esaminare la sua conformazione bilobata nello spazio e nel tempo. La struttura radio osservata misura 35 anni luce di diametro e risulta inclinata di circa 50° rispetto alla nostra linea di vista. Il fatto che i getti non siano puntati direttamente verso la Terra, ma presentino invece un’angolazione accentuata, sembra la spiegazione più plausibile al fatto la galassia risulti così debole nei raggi gamma.
Per un oggetto di tali ciclopiche dimensioni, tale vista di scorcio rappresenta una vera fortuna. Infatti, dal nostro punto di vista, la luce proveniente dal lobo più lontano impiega decine di anni in più a raggiungerci rispetto alla luce proveniente dal lobo più vicino. In pratica, si osserva lo stesso oggetto, ma in epoche differenti, e il lobo più distante appare in un punto più precoce della sua evoluzione rispetto al lobo più vicino.
Un’altra curiosità di questa osservazione è che la forma apparente della galassia dipende dalla frequenza radio utilizzata. A 2.3 gigahertz (GHz) la galassia e i suoi getti si presentano sotto forma di un blob amorfo; una più classica ed elegante forma a papillon emerge a 6.6 GHz, mentre a 15.4 GHz appare un chiaro divario nell’emissione radio tra il nucleo della galassia e i suoi lobi.
Gli autori del nuovo studio sospettano che questa separazione sia dovuta a un’interruzione nell’attività di Txs 0128. I getti della galassia, come osservati dalla Terra, sembrano essere iniziati circa 90 anni fa, e poi si sono fermati circa 50 anni dopo, lasciando dietro di sé i lobi scollegati. Poi, circa un decennio fa, i getti si sono riaccesi, producendo l’emissione visibile più vicino al nucleo. Cosa abbia causato l’insorgenza improvvisa di questi periodi attivi, concludono gli autori, non è ancora chiarito.
Per saperne di più:
- Leggi su The Astrophysical Journal l’articolo “TXS 0128+554: A Young Gamma-Ray-emitting Active Galactic Nucleus with Episodic Jet Activity”, di M. L. Lister, D. C. Homan, Y. Y. Kovalev, S. Mandal, A. B. Pushkarev e A. Siemiginowska