Un breve filmato che mostra l’evoluzione di una supernova, dagli istanti successivi alla comparsa fino al momento in cui svanisce dalla vista: è quello che il team di Hubble è riuscito a fare osservando per un intero anno Sn2018gv, la supernova scoperta dall’astronomo dilettante Koichi Itagaki il 15 gennaio del 2018 all’interno di NGC 2525, una galassia a spirale situata nella costellazione della Poppa, a 70 milioni di anni luce da noi.
«Non c’è spettacolo pirotecnico terrestre che può competere con questa supernova, catturata nella sua gloria fino alla dissolvenza dal telescopio spaziale Hubble», è il commento del Premio Nobel per la Fisica 2011 Adam Riess, dello Space Telescope Science Institute (STScI) e Johns Hopkins University, alla guida del team che ha condotto le osservazioni. Come dargli torto.
Si tratta di un filmato di pochi secondi che lascia senza fiato. Un time-lapse, come si chiama in gergo, prodotto utilizzando i singoli scatti che Hubble Space Telescope ha realizzato osservando la potente esplosione da febbraio 2018 a febbraio 2019. Si può ammirare l’enorme bagliore della supernova (in alto a sinistra, nell’immagine) mettere in secondo piano la luminosità di tutte le stelle della galassia, per poi via via affievolirsi fino a scomparire nel nulla.
Hubble ha tenuto sott’occhio Sn2018gv per un intero anno con uno scopo ben preciso: misurare con maggiore precisione la costante di Hubble-Lemaître, un valore che esprime quanto velocemente le galassie si separano l’una dall’altra, che a sua volta fornisce una stima dell’età dell’universo, un valore chiave per comprendere le basi fisiche del cosmo.
Per fare queste misurazioni le supernove come Sn2018gv sono l’ideale. Le supernove sono esplosioni titaniche che segnano la fine in pompa magna della vita di una stella. Sn2018gv, in particolare, è una supernova di tipo Ia, un “botto” che si verifica quando una nana bianca in un sistema binario di stelle, accumula talmente tanto materiale dalla stella compagna da raggiungere una massa critica – pari a 1.44 volte la massa del Sole – in grado di innescare al suo interno la fusione nucleare, trasformandola in una sorta di bomba atomica. Poiché queste esplosioni raggiungono tutte lo stesso massimo di luminosità – pari a 5 miliardi di volte quella del nostro Sole – gli astronomi le utilizzano come candele standard per misurare le distanze cosmologiche. Conoscendo infatti la luminosità assoluta delle supernove e osservando la loro luminosità apparente nel cielo, gli astronomi possono calcolare le distanze alle quali esse si verificano e dunque quelle delle galassie che le ospitano. Ciò consente agli astronomi di calcolare il tasso di espansione dell’universo.
Il gruppo di scienziati guidati da Riess ha osservato Sn2018gv come parte del programma The Hubble Constant to 1%: Physics beyond, il cui obiettivo è proprio quello di misurare con maggiore precisione la distanza delle galassie come Ngc 2525 e limitare così l’errore nel calcolo del valore della velocità d’espansione dell’universo. Da quando è stato lanciato, ormai 30 anni fa, il telescopio spaziale Hubble ha contribuito notevolmente a migliorare questa misura. Gli ultimi risultati del programma di osservazione hanno ridotto l’incertezza della misurazione sotto il 2 percento: 1.91 percento, per essere precisi. L’obiettivo del Premio Nobel e del suo High-z Supernova Search Team and the Supernovae H0 for the Equation of State (SH0ES) Team è tuttavia quello di portarlo sotto l’1 percento, cosa che sarà possibile solo attraverso ulteriori misurazioni.
Nel frattempo, godiamoci questi pochi secondi di giochi d’artificio cosmici.
Guarda il video della Nasa del timelapse della supernova in Ngc 2525 :