Era andata troppo bene. Senza la minima incertezza. Al punto che si sentiva quasi la mancanza di almeno un tocco di suspense. Quella bella, quella che ci aveva regalato a piene mani Hayabusa2 con le sue discese su Ryugu – le tentate e le riuscite. Ebbene, quel tocco è arrivato giovedì, con le prime immagini del braccio di campionamento scattate dalla fotocamera SamCam di Osiris-Rex. Immagini che mostrano in dettaglio – le vedete qui sotto – la testa del campionatore, quella che si è calata qualche centimetro nel suolo di Bennu per carpirne rocce e polvere. Ed evidenziano una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che l’obiettivo di almeno 60 grammi di materiale raccolto pare ampiamente superato (si è parlato di oltre 400 grammi). Quella cattiva è che è sorto un problema imprevisto: il coperchio non si è chiuso bene. Si intravede infatti parte del prezioso carico fuoriuscire da un lembo del sigillo di mylar rimasto sollevato di circa un centimetro. Insomma, è come se la navicella stesse correndo con il baule semiaperto.

Catturata dalla telecamera SamCam della sonda il 22 ottobre 2020, questa serie di tre immagini mostra che la testa del campionatore sulla sonda Osiris-Rex della Nasa è piena di rocce e polvere raccolte dalla superficie dell’asteroide Bennu. Mostra però anche che alcune di queste particelle stanno lentamente fuoriuscendo dalla testa del campionatore. Crediti: Nasa
Cos’è accaduto? L’ipotesi che aleggia fra i responsabili della missione è che qualche frammento di roccia – forse a causa dell’eccessiva quantità raccolta – sia rimasto incastrato proprio lì, sul bordo, impedendo al coperchio di chiudersi come si deve. E ora anche il team della Nasa si trova a dover un po’ improvvisare.
Anzitutto, salta l’ambiziosa tappa del Sample Mass Measurement, quella che prevedeva di stimare la massa del materiale collezionato attraverso misure inerziali di Tagsam – il sistema di raccolta. Era l’attività prevista per oggi, sabato 24. Ed era motivo d’orgoglio per la missione. Costretta ad accontentarsi della medaglia di bronzo (oro e argento, salvo imprevisiti, vanno alle due missioni Hayabusa) per la sample-and-return mission da un asteroide, Osiris-Rex sarebbe stata la prima a misurare – o quantomeno a stimare – in situ la quantità di materiale raccolto, per poi eventualmente pianificare un secondo touch-and-go se fosse risultato insufficiente. Ma il team ha deciso che il rischio di perdere il materiale già raccolto è troppo elevato, meglio rinunciare alle misure inerziali. L’imperativo ora è: stivare al più presto quello che si è raccolto, mettendolo al sicuro nella Sample Return Capsule – la capsula che dovrà riportare i campioni sulla Terra.
Tomorrow, the OSIRIS-REx mission will begin the process to stow its abundant sample of asteroid Bennu. It’s a few days earlier than originally anticipated, but the team is working hard to make sure we get every bit of Bennu we possibly can. More details: https://t.co/b7Wnoz219q pic.twitter.com/PXIlkZhnzi
— NASA's OSIRIS-REx (@OSIRISREx) October 26, 2020
«Stiamo facendo di tutto per tenere il passo con il nostro stesso successo, e il mio lavoro è portare a casa un campione di Bennu il più ampio possibile», spiega Dante Lauretta, principal investigator di Osiris-Rex dell’Università dell’Arizona a Tucson. «La perdita di massa mi preoccupa, quindi incoraggio fortemente il team a porre al sicuro questo prezioso campione il più rapidamente possibile».