Era andata troppo bene. Senza la minima incertezza. Al punto che si sentiva quasi la mancanza di almeno un tocco di suspense. Quella bella, quella che ci aveva regalato a piene mani Hayabusa2 con le sue discese su Ryugu – le tentate e le riuscite. Ebbene, quel tocco è arrivato giovedì, con le prime immagini del braccio di campionamento scattate dalla fotocamera SamCam di Osiris-Rex. Immagini che mostrano in dettaglio – le vedete qui sotto – la testa del campionatore, quella che si è calata qualche centimetro nel suolo di Bennu per carpirne rocce e polvere. Ed evidenziano una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che l’obiettivo di almeno 60 grammi di materiale raccolto pare ampiamente superato (si è parlato di oltre 400 grammi). Quella cattiva è che è sorto un problema imprevisto: il coperchio non si è chiuso bene. Si intravede infatti parte del prezioso carico fuoriuscire da un lembo del sigillo di mylar rimasto sollevato di circa un centimetro. Insomma, è come se la navicella stesse correndo con il baule semiaperto.
Cos’è accaduto? L’ipotesi che aleggia fra i responsabili della missione è che qualche frammento di roccia – forse a causa dell’eccessiva quantità raccolta – sia rimasto incastrato proprio lì, sul bordo, impedendo al coperchio di chiudersi come si deve. E ora anche il team della Nasa si trova a dover un po’ improvvisare.
Anzitutto, salta l’ambiziosa tappa del Sample Mass Measurement, quella che prevedeva di stimare la massa del materiale collezionato attraverso misure inerziali di Tagsam – il sistema di raccolta. Era l’attività prevista per oggi, sabato 24. Ed era motivo d’orgoglio per la missione. Costretta ad accontentarsi della medaglia di bronzo (oro e argento, salvo imprevisiti, vanno alle due missioni Hayabusa) per la sample-and-return mission da un asteroide, Osiris-Rex sarebbe stata la prima a misurare – o quantomeno a stimare – in situ la quantità di materiale raccolto, per poi eventualmente pianificare un secondo touch-and-go se fosse risultato insufficiente. Ma il team ha deciso che il rischio di perdere il materiale già raccolto è troppo elevato, meglio rinunciare alle misure inerziali. L’imperativo ora è: stivare al più presto quello che si è raccolto, mettendolo al sicuro nella Sample Return Capsule – la capsula che dovrà riportare i campioni sulla Terra.
Tomorrow, the OSIRIS-REx mission will begin the process to stow its abundant sample of asteroid Bennu. It’s a few days earlier than originally anticipated, but the team is working hard to make sure we get every bit of Bennu we possibly can. More details: https://t.co/b7Wnoz219q pic.twitter.com/PXIlkZhnzi
— NASA's OSIRIS-REx (@OSIRISREx) October 26, 2020
«Stiamo facendo di tutto per tenere il passo con il nostro stesso successo, e il mio lavoro è portare a casa un campione di Bennu il più ampio possibile», spiega Dante Lauretta, principal investigator di Osiris-Rex dell’Università dell’Arizona a Tucson. «La perdita di massa mi preoccupa, quindi incoraggio fortemente il team a porre al sicuro questo prezioso campione il più rapidamente possibile».