PERCORRE UN’ORBITA ESTREMA, SIMILE A QUELLA DELL’IPOTETICO PIANETA X

Hd 106906b, un “Planet Nine” a 336 anni luce

Utilizzando i dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble in 14 anni di osservazioni, un gruppo di astronomi è riuscito a misurare per la prima volta il movimento di Hd 106906b, un enorme pianeta simile a Giove che orbita attorno a una stella doppia a 336 anni luce di distanza da noi. Tutti i dettagli su The Astronomical Journal

     11/12/2020

Illustrazione artistica di Hd 106906b, l’esopianeta dall’orbita estrema distante 737 unità astronomiche dal sistema binario di stelle madri Hd 106906. Crediti: Nasa, Esa e M. Kornmesser (Esa / Hubble)

Hd 106906 b è un esopianeta di 11 masse gioviane individuato con i telescopi Magellano dall’Osservatorio di Las Campanas, nel deserto di Atacama, in Cile. All’epoca della scoperta, nel 2013, gli astronomi non riuscirno tuttavia a ottenere alcuna informazione sulla sua orbita: i 110 miliardi di km (oltre 700 volte la distanza della Terra dal Sole) che lo separano dalla coppia di stelle madri – il sistema binario Hd106906 – erano troppi per ottenere qualsiasi informazione. Per farlo occorreva che si effettuassero misurazioni del movimento planetario molto accurate e precise per un lungo periodo di tempo. Una missione difficile, ma non impossibile. Lo Hubble Space Telescope, dopo 14 lunghi anni di osservazioni, è riuscito nell’impresa, ed è la prima volta che accade.

Il gruppo di astronomi che ha analizzato i dati è rimasto sorpreso nello scoprire che il pianeta ha un’orbita estrema: molto inclinata, allungata ed esterna al disco di detriti – simile alla nostra fascia di Kuiper, la cintura di piccoli corpi ghiacciati oltre Nettuno – che avvolge le due stelle. Orbita che il pianeta, stimano gli autori dello studio pubblicato ieri su The Astronomical Journal, impiega ben 15mila anni per completare.

«Per sottolineare la stranezza dell’orbita basta semplicemente guardare al nostro Sistema solare», dice il primo autore dello studio, Meiji Nguyen, dell’università di Berkeley, «dove tutti i pianeti si trovano all’incirca sullo stesso piano. Sarebbe bizzarro se, per esempio, Giove fosse inclinato di 30 gradi rispetto al piano in cui orbitano gli altri pianeti. Questo solleva molti interrogativi su come l’Hd 106906 b sia finito così lontano e su un’orbita così inclinata».

Immagine ottenuta dal telescopio spaziale Hubble sulla quale è indicata una possibile orbita (l’ellisse tratteggiata) di Hd 106906b, l’esopianeta gioviano che orbita il sistema binario di stelle Hd 106906. Crediti: Nasa, Esa, M. Nguyen (University of California, Berkeley), R. De Rosa (European Southern Observatory), e P. Kalas (University of California, Berkeley and Seti Institute)

Una teoria di come ciò sia potuto accadere c’è, e prevede che l’esopianeta si sia formato molto più vicino alle sue due stelle – circa tre volte la distanza della Terra dal Sole. Lì, il disco circumstellare del sistema binario potrebbe aver causato il progressivo decadimento della sua orbita, spingendolo ulteriormente verso le due stelle, al centro del sistema. Successivamente, le forze gravitazionali delle stelle gemelle potrebbero averlo spinto fuori dal sistema, portandolo nell’orbita eccentrica dove adesso si trova. A quel punto una stella nelle vicinanze potrebbe aver stabilizzando l’orbita dell’esopianeta, impedendogli di lasciare il sistema di origine.

Uno scenario che potrebbe essere simile a quello che avrebbe portato l’ipotetico Pianeta X – o Planet Nine, com’è anche chiamato – lì dove secondo molti si trova: nella parte esterna del  Sistema solare, oltre la fascia di Kuiper. Secondo i ricercatori, anche il fantomatico Pianeta X potrebbe essersi formato nel Sistema solare interno, per essere poi allontanato dalle interazioni gravitazionali con Giove. Stelle di passaggio potrebbero averne infine stabilizzato l’orbita, impedendo che lasciasse il Sistema solare.

«Nonostante a oggi non sia stato rilevato alcun Pianeta X, la sua orbita può essere dedotta dal suo effetto sui vari oggetti del Sistema solare esterno», osserva Robert De Rosa, astronomo dello European Southern Observatory e coautore dello studio. «Questo suggerisce che se un pianeta fosse effettivamente responsabile di ciò che osserviamo nelle orbite degli oggetti trans-nettuniani, questo dovrebbe avere un’orbita eccentrica e inclinata rispetto al piano del Sistema solare: simile a quella che stiamo vedendo con Hd 106906b».

Gli scienziati intendono ottenere dati aggiuntivi su Hd 106906b utilizzando il prossimo telescopio spaziale targato Nasa, Esa e Csa, James Webb, per comprendere meglio il sistema planetario in questione.

«Ci sono ancora molte domande aperte su questo sistema», conclude De Rosa. «Ad esempio, non sappiamo con certezza dove o come si sia formato il pianeta. Sebbene abbiamo effettuato la prima misurazione del movimento orbitale, ci sono ancora grandi incertezze sui vari parametri orbitali. È probabile che astronomi osservativi e teorici studieranno Hd 106906 negli anni a venire, svelando i molti misteri di questo straordinario sistema planetario».

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