La Nebulosa di Orione, chiamata anche Messier 42, è un’immensa e luminosa nube cosmica di gas e polveri. È la regione di formazione stellare più vicina alla Terra. Nel 1880, utilizzando il suo telescopio rifrattore “Alvan Clark” da 11 pollici e avvalendosi il nuovo processo di sviluppo fotografico alla gelatina-bromuro, l’astronomo amatoriale Henry Draper la immortala in quella che è considerata la prima astrofotografia di una nebulosa che sia mai stata realizzata.
In anni più recenti, fra i tanti strumenti che ci hanno messo sopra gli occhi ci sono anche quelli a bordo dei telescopi spaziali Hubble e Spitzer. Il risultato delle loro osservazioni combinate assieme è l’immagine composita che vedete qui in alto: vortici gassosi di idrogeno, zolfo e idrocarburi sembrano cullare le stelle neonate presenti in questa fabbrica cosmica, situata a 1.500 anni luce di distanza dal Sistema solare.
La vista nell’ultravioletto e nel visibile di Hubble rivela idrogeno e zolfo gassosi che sono stati riscaldati e ionizzati dall’intensa radiazione ultravioletta emessa dalle stelle massicce che costituiscono l’ammasso aperto conosciuto col nome di Trapezio. Gli occhi a infrarossi di Spitzer espongono, invece, le molecole ricche di carbonio nella nube. A incorniciare il tutto, le stelle di Orione, immortalate dai due telescopi come un arcobaleno di punti sparsi in tutta l’immagine.