L’annuncio, qualche settimana fa, di LignoSat, prototipo di satellite in legno in via di sviluppo da parte di un’azienda giapponese e dell’Università di Kyoto, ha destato curiosità e interesse in tutto il mondo. L’uso di un materiale altamente biodegradabile quale il legno ha chiaramente dei vantaggi quando si pensa allo space debris, la spazzatura spaziale, ma pone anche numerose sfide, di cui avevamo parlato con Alberto Buzzoni, esperto di tecnologie spaziali dell’Inaf.
Per approfondire alcuni aspetti tecnici di questo innovativo progetto, Media Inaf ha raggiunto uno degli esperti coinvolti, il professor Yosuke Alexandre Yamashiki, ingegnere e ricercatore a capo dello Human Spaceology Center e dello Earth & Planetary Water Resources Assessment Laboratory presso l’Università di Kyoto in Giappone.
Professor Yamashiki, che tipo di test sono necessari per garantire che il legno sopravviva alle dure condizioni durante il lancio e nello spazio?
«Ci saranno una serie di test prima del lancio ufficiale della sonda determinati dal protocollo del lanciatore della Jaxa [l’agenzia spaziale giapponese – ndr]. Dobbiamo far sì che tutte le componenti del nostro satellite in legno soddisfino le loro richieste, che sono molto severe».
Il satellite sarà realizzato interamente in legno, oppure ci sarà anche una piccola frazione di altri materiali? Qual è il materiale principale che verrà sostituito dal legno?
«Stiamo progettando di realizzare il tutto con materiale interamente in legno, ma d’altra parte, per soddisfare la rigida regolamentazione stabilita dalla Jaxa per il lancio, dobbiamo utilizzare una porzione di metallo. Stiamo cercando di ridurre questa porzione in modo da poter ancora dire che il satellite è fatto di legno».
Si conosce già il tipo di legno che sarà utilizzato?
«Questo è ancora da stabilire e ancora da annunciare».
Qual è la dimensione prevista del satellite LignoSat?
«Il prototipo dell’esperimento sarà della dimensione di un Cubesat, molto piccola ma standardizzata».
Sarà ricoperto di pannelli solari o altro materiale riflettente?
«Questo è ancora da stabilire. Tuttavia, tutto dipende dal sensore che sarà utilizzato. Ovviamente avremo bisogno di un pannello solare, tuttavia secondo il piano attuale verrà installato all’interno della scatola».
In quale orbita verrà lanciato il satellite? È prevista una tecnologia per la deorbitazione?
«Inizialmente lanceremo in una normale orbita satellitare intorno ai 400 chilometri s.l.m. Tuttavia, poiché il lancio iniziale del prototipo sarà impegnativo, non ci aspettiamo di avere una tecnologia di deorbitazione poiché il satellite è piccolo».