Lo scorso 14 gennaio 2021 il fotografo americano Frank Kuszaj ha pubblicato sul suo profilo Instagram lo scatto eccezionale di una meteora particolarmente colorata scelto ieri, 2 febbraio 2021, come Astronomy Picture Of the Day (Apod) dalla Nasa. La foto è stata scattata, ironia della sorte, nella cittadina di Eureka – parola che in greco significa “ho scoperto” ed è attribuita ad Archimede – in Missouri, dove abita Kuszaj.
Chi fa foto astronomiche lo sa bene come vanno queste cose: con le meteore è sempre e solo una questione di fortuna, perché le stelle cadenti sono imprevedibili. Non del tutto, però, perché gli sciami meteorici hanno tempi e luoghi ben precisi e conosciuti. In questo caso si è trattato delle Quadrantidi, uno sciame meteorico che ricompare ogni anno a metà dicembre e che ha il suo massimo intorno al 3 gennaio. Il nome è quasi un “relitto” della nomenclatura astronomica, in quanto proviene da quello che era chiamato il “Quadrante Murale”, una costellazione obsoleta oggi inglobata in quella del Boote, che si trova tra l’Orsa Maggiore, il Dragone ed Ercole. L’origine delle Quadrantidi è incerta ma viene attribuita all’asteroide 2003 EH1 che potrebbe essere a sua volta una “cometa” vista dai cinesi circa cinque secoli fa.
Comunque, a parte la fortuna, non erano certo le stelle cadenti l’obiettivo di Kuszai. È lo stesso autore a descrivere su Instagram la storia della foto. “Il mio obiettivo – si legge sul post – erano le galassie di Leo Triplets, che si vedono a malapena se si ingrandisce il centro della foto. Avevo appena sistemato l’attrezzatura e stavo regolando il fuoco, quando abbiamo visto tutti una meteora illuminare il cielo lasciando una visibile nube di gas e fumo. Il mio amico ha detto, “Fratello, credo sia finita dritta nel tuo scatto”. Assolutamente no… ma sono andato a controllare e boom!»
I colori nelle meteore di solito provengono da elementi ionizzati rilasciati quando la meteora si disintegra, con il blu-verde originato dal magnesio, il viola tipico del calcio e il verde brillante del nickel, tutti elementi intrinseci dell’oggetto in caduta. La luce rossa, invece, proviene dal contatto del meteorite con i due elementi più abbondanti dell’atmosfera terrestre: l’azoto e ossigeno. Tutte queste differenze di colore sono invisibili ad occhio nudo, quantomeno per la breve durata del fenomeno – in questo caso meno di un secondo – ma riescono a essere rilevate dai sensori fotografici. Ad aggiungere fascino a questa immagine ci sono anche i segni della persistente scia di polveri rimasta visibile per diversi minuti e sospinta dal vento in quota.
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