Au Microscopii è il nome di una piccola e giovane stella, classificata come nana rossa, della costellazione del Microscopio non troppo lontana dal Sistema solare: solo 32 anni luce di distanza per un’età di appena 22 milioni di anni. Una vera neonata, se comparata alla vita umana. È una stella variabile (ovvero dalla luminosità apparente variabile nel tempo) circondata da un disco di detriti scoperto nel 2003 e da due esopianeti di recentissima scoperta: Au Mic b e Au Mic c, svelati rispettivamente nel giugno e nel dicembre del 2020 dalle sonde Tess e Spitzer della Nasa. Ed è sul primo gigante gassoso, Au Mic b, che un team francese guidato da scienziati dell’Institut de Recherche en Astrophysique et Planétologie (Irap) e dell’Institut de Planétologie et d’Astrophysique de Grenoble (Ipag) hanno puntato lo spettropolarimetro infrarosso Spirou, uno strumento di nuova generazione recentemente montato sul Canada-Francia-Hawaii Telescope (Chft).
La stella, molto attiva in quanto molto giovane, genera campi magnetici assai forti, rendendo estremamente difficile analizzare il segnale dovuto al pianeta Au Mic b. Tuttavia, le alte prestazioni di Spirou e il lavoro svolto dagli scienziati di Irap e Ipag hanno finalmente permesso, nonostante il rumore dovuto all’attività dalla stella madre, di determinarne la massa e – essendone già noto il volume – la densità, che si sono rivelate molto simili a quelle di Nettuno. Restano invece grandi le differenze di età, orbita e temperatura. Nettuno è infatti circa quattro miliardi di anni più vecchio di Au Mic b, ha inoltre un’orbita 450 volte più lontana dalla propria stella e, conseguentemente, una temperatura in superficie bassissima: 220 gradi sottozero. Su Au Mic b, al contrario, la colonnina del mercurio sale fino a 300 °C, ed è infatti classificato come un “nettuniano caldo”.
Questa è la prima volta che gli astronomi sono riusciti a misurare con successo sia la massa (usando appunto i dati di Spirou) che il raggio (grazie alle misure di Tess) di un esopianeta con meno di 200 milioni di anni. In altri tre articoli pubblicati di recente, i team di ricerca che utilizzano Spirou hanno studiato anche un’altra caratteristica di Au Mic b, ovvero l’inclinazione dell’orbita, che si è rivelata ben allineata con il piano equatoriale della stella, suggerendo dunque un processo di formazione non influenzato da altri oggetti massicci.
Per saperne di più:
- Leggi su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society l’articolo “Investigating the young AU~Mic system with SPIRou: large-scale stellar magnetic field and close-in planet mass”, di Baptiste Klein, Jean-François Donati, Claire Moutou, Xavier Delfosse, Xavier Bonfils, Eder Martioli, Pascal Fouqué, Ryan Cloutier, Étienne Artigau, René Doyon, Guillaume Hébrard, Julien Morin, Julien Rameau, Peter Plavchan ed Eric Gaidos