A vederla così, non facendo caso alla scala di lunghezze in basso a sinistra, chi potrebbe dire dove sia stata scattata e cosa raffiguri esattamente questa immagine? Con poca fantasia, si potrebbe pensare che la parte centrale somiglia alla rugosa pelle di un elefante – del raro elefante rosso del Kenya, ad esempio, la cui colorazione è dovuta ai bagni secchi che suole fare rotolandosi a terra nello Tsavo East National Park. Ma forse qualcuno collegherà immediatamente il rosso a un pianeta che – a differenza del nostro – fa di questo colore un suo tratto caratteristico. Ebbene sì, questi settanta (circa) chilometri quadrati provengono da un rugoso e arido – almeno quanto la pelle dell’esemplare africano di cui sopra – terreno marziano.
Si tratta di uno spettacolare campo di dune al centro del cratere Lomonosov, nel profondo dell’emisfero settentrionale di Marte (65N, 351E), qui ripreso dalla fotocamera Cassis a bordo del Trace Gas Orbiter (Tgo) della missione ExoMars di Esa e Roscosmos. Lo scatto risale al 2 dicembre 2020, e si colloca in una campagna osservativa che ha seguito l’evoluzione del campo di dune durante l’anno.
In quel periodo, inizio dicembre, l’inverno settentrionale stava volgendo al termine su Marte e la brina aveva iniziato a sublimare: nelle regioni che vediamo più scure la brina ha già lasciato il posto alla sabbia basaltica più scura. Accade in tutta la porzione di destra dell’immagine, caratterizzata anche dalla presenza di nuvole brillanti che contrastano col terreno sottostante. Noterete, infine, che le creste delle dune hanno un’orientazione ordinata: è il vento che genera questo effetto quasi geometrico. Sta soffiando – riferendoci all’immagine – dall’angolo in basso a sinistra verso quello in alto a destra.
L’immagine è stata scelta dall’Esa in occasione dell’anniversario dei cinque anni di lancio della missione. Tgo infatti è stato lanciato dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan il 14 marzo 2016, arrivando su Marte sette mesi dopo. Ha trascorso diversi mesi in aerobraking – sfruttando l’attrito della parte superiore dell’atmosfera del pianeta per rallentare – per cominciare poi le operazioni scientifiche nell’aprile 2018.
Tgo, come suggerisce il nome stesso, è un orbiter pensato per effettuare analisi atmosferiche grazie ai suoi spettrometri (Nomad e Acs), che hanno, fra le altre cose, rilevato la presenza di cloruro di idrogeno nell’atmosfera del Pianeta rosso. La fotocamera Cassis, inoltre, ha catturato più di 20mila ritratti della superficie, utili anche come guida per gli altri strumenti. E, ultimo ma non meno importante, l’orbiter funge anche da satellite per le telecomunicazioni sfruttato da diversi lander e rover per i loro collegamenti routinari.