Le galassie, soprattutto se distanti milioni di anni luce tra loro, dovrebbero mostrare dei processi evolutivi del tutto indipendenti, in termini di evoluzione stellare. Un nuovo studio pubblicato su The Astrophysical Journal illustra però il comportamento sorprendente di trentasei galassie nane che, nonostante si trovino fino a tredici milioni di anni luce di distanza l’una dall’altra, hanno prima rallentato e poi accelerato il loro tasso di formazione stellare – tutte in sincronia. Le analisi sono state condotte da un gruppo di ricercatori guidati dalla Rutgers University in New Brunswick, Stati Uniti.
«Sembra che queste galassie stiano rispondendo, allo stesso modo, a un cambiamento su larga scala del loro ambiente circostante che pare abbia stimolato un generale “baby boom” stellare», dice Charlotte Olsen, prima autrice dello studio. Secondo i ricercatori, è come se le galassie si fossero messe d’accordo, attraverso un invisibile social network intergalattico, influenzandosi a vicenda. Un po’ come nei versi di una poesia di Francis Thompson, le cose appaiono unite da legami invisibili: “Non puoi raccogliere un fiore senza turbare una stella”.
La nascita di nuove stelle è uno dei processi più importanti dell’evoluzione galattica, in cui è fondamentale la presenza di gas e di polveri. Se le galassie perdono il gas che produce le stelle – principalmente l’idrogeno – il processo si interrompe. Nelle trentasei galassie analizzate, la diminuzione simultanea nel tasso di natalità stellare risale a sei miliardi di anni fa, mentre è di tre miliardi di anni fa la ripresa dell’attività produttiva. Il tasso di natalità stellare può aumentare quando le galassie si scontrano o interagiscono tra loro, ma qui il cambiamento ambientale appare legato a qualcosa che distribuisce carburante per galassie molto distanti tra loro: ad esempio, l’incontro con un’enorme nuvola di gas, oppure un fenomeno di cui non siamo ancora a conoscenza. Le galassie nane sono molto comuni nell’universo e – sottolineano i ricercatori – risultano essere particolarmente sensibili agli effetti del loro ambiente circostante.
Per mettere a confronto le storie evolutive delle trentasei galassie, gli scienziati hanno utilizzato due metodi: uno sfrutta la luce delle singole stelle all’interno delle galassie, l’altro utilizza la luce di un’intera galassia, presente in una vasta gamma di colori.
«L’impatto di questa scoperta non è ancora chiaro. Resta da vedere quanto occorre modificare i nostri attuali modelli di crescita per rendere conto di questo risultato sorprendente», osserva Eric Gawiser, co-autore dello studio. «Se il risultato non può essere spiegato nell’ambito della nostra attuale comprensione della cosmologia, potrebbe avere notevoli implicazioni, ma dobbiamo affidarci ai teorici e dare loro la possibilità di leggere il nostro articolo per provare a rispondere attraverso i dati prodotti dai loro progressi nella ricerca».
Le storie della formazione stellare possono offrire un quadro molto ricco delle condizioni ambientali di una galassia in fase di crescita. «Il James Webb Space Telescope dovrebbe essere lanciato dalla Nasa questo ottobre», conclude Olsen. «Sarà lo strumento ideale per aggiungere questi nuovi dati e scoprire quanto lontano dalla Via Lattea si estese questo “baby boom” stellare».
Per saperne di più:
- Leggi su The Astrophysical Journal l’articolo “Star Formation Histories from Spectral Energy Distributions and Color–magnitude Diagrams Agree: Evidence for Synchronized Star Formation in Local Volume Dwarf Galaxies over the Past 3 Gyr”, di Charlotte Olsen, Eric Gawiser et al.