Quella che vedete qui a fianco non è la tela di un artista contemporaneo: è una nuova mappa del Centro della Via Lattea, la nostra galassia, e mostra dettagli che si spingono al di sopra e al di sotto del piano galattico, il disco in cui risiedono la maggior parte delle stelle. L’artista, o meglio, gli artisti sono in questo caso il telescopio spaziale per raggi X Chandra della Nasa e il radiotelescopio sudafricano MeerKat.
Le “pennellate” di colore arancione, verdi, blu e viola rappresentano emissioni a diverse energie, ma sempre nell’X, rilevate nel corso di 370 puntamenti da Chandra. Quelle in lilla e in grigio sono invece le emissioni radio captate da MeerKat, che combinate con le prime hanno permesso di creare questa spettacolare visione.
All’origine delle emissioni ci sono complesse strutture filiformi di plasma incandescente immerse nei campi magnetici presenti. Tra queste strutture, particolarmente interessante è il filamento in grado di emettere onde radio e X chiamato G0.17-0.41, nell’immagine evidenziato con un rettangolo rosso leggermente in basso a sinistra). Lungo circa 20 anni luce, secondo lo studio che riporta l’analisi della mappa – pubblicato nel numero di giugno di Monthly Notices of the Royal Astronomical Society – G0.17-0.41 potrebbe essere il prodotto di eventi di riconnessione magnetica, un processo che avviene quando due linee di campo magnetico si rompono e si collegano tra loro, rilasciando enormi quantità di energia. Lo stesso fenomeno alla base di eventi come i brillamenti solari, le espulsioni di massa coronale, le tempeste magnetiche e le aurore polari.
Ma il nuovo panorama rivela anche altre meraviglie del Centro galattico. Oltre ai raggi X riflessi dalla polvere intorno a sorgenti di raggi X (cerchiati in verde), Sagittarius A* (il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia), l’ammasso stellare Arches, l’ammasso quintupletto, nubi di gas freddo e il complesso molecolare Sagittarius C, la mappa mostra anche due grandi pennacchi di gas caldo che si estendono per circa 700 anni luce rispettivamente sopra e sotto i due filamenti di gas: strutture molto più piccole delle Bolle di Fermi che, secondo lo studio, potrebbero essere getti galattici in cui il gas è probabilmente riscaldato dalle esplosioni di supernova e dalle riconnessioni magnetiche avvenute vicino al centro della galassia.
Gli eventi di riconnessione magnetica – normalmente non sufficientemente energetici per essere rilevati nei raggi X, a eccezione di quelli più energetici al centro della galassia – possono svolgere un ruolo importante nel riscaldamento del mezzo interstellare. Questi eventi potrebbero inoltre essere responsabili dell’accelerazione delle particelle che costituiscono i raggi cosmici e della turbolenza nel mezzo interstellare che innesca la nascita di nuove generazioni di stelle. L’analisi della mappa condotta da Daniel Wang, dell’Università del Massachusetts ad Amherst (Usa), suggerisce che alla base della produzione di questi filamenti possa esserci anche in questo caso la riconnessione magnetica, complici i pennacchi di gas di cui abbiamo parlato. L’ipotesi è che il gas in queste strutture porti i campi magnetici a scontrarsi, generando gli eventi di riconnessione magnetica che potrebbero condurre alla formazione dei filamenti osservati in questo capolavoro cosmico, scelto oggi dalla Nasa come Astronomy Picture of the Day.
Per saperne di più:
- Leggi su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society l’articolo “Chandra large-scale mapping of the Galactic Centre: probing high-energy structures around the central molecular zone” di Q Daniel Wang
Guarda su Media Inaf Tv il video della Nasa: