Olimpiadi spaziali è una campagna per parlare insieme di sport ma coniugando l’argomento in chiave spaziale. L’iniziativa nasce in occasione delle Olimpiadi di Tokyo, da una collaborazione tra EduInaf, l’Osservatorio astronomico della Regione autonoma Valle d’Aosta e il progetto Europlanet. È rivolta a tutte le appassionate e gli appassionati di sport “terrestri” che vogliano giocare insieme agli astronomi per immaginare come sarebbe praticare attività sportiva su altri pianeti – in condizioni, dunque, di gravità, atmosfera e temperatura estremamente diverse.
La campagna si articolerà in una serie di cinque articoli pubblicati ogni sabato mattina su EduInaf a partire da domani, 10 luglio, fino al 7 agosto. Ma come si può partecipare? È presto detto: ogni mercoledì e sabato, sui canali social di EduInaf, verranno postati brevi video per coinvolgere lettrici e lettori, ai quali verrà chiesto – complice la app Nasa Selfies – d’inviare il proprio autoritratto da campioni extraterrestri mentre si è intenti a praticare sport su un altro pianeta e di rispondere alle domande di un quiz, raccontando il proprio sport preferito e su quale pianeta vorrebbero praticarlo.
La stessa domanda l’abbiamo rivolta a uno degli autori delle Olimpiadi spaziali, l’astronomo Andrea Bernagozzi, ricercatore all’Osservatorio astronomico della Regione autonoma Valle d’Aosta. «Come tanti italiani, sono un appassionato di calcio e da bambino disegnavo le squadre “nazionali” di pianeti, satelliti e asteroidi, cercando di immaginare giocatori alieni con caratteristiche adatte ai vari corpi celesti. Se dovessi scegliere uno sport da praticare altrove nel Sistema solare», dice Bernagozzi, «vorrei guidare un’auto da corsa sulla Luna. Sulla Terra sono completamente negato al volante, sul nostro satellite invece sarei decisamente spericolato: non potrei fare più danni di quanti non ne abbiano già fatti i meteoriti che hanno scavato i crateri lunari!».
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