È su Marte dallo scorso 18 febbraio e dopo cinque mesi di permanenza il rover della Nasa Perseverance ha iniziato la sua attività scientifica principale. Obiettivo? Cercare segni di vita microbica nel passato del Pianeta rosso, studiando il clima e la geologia del nostro vicino di casa. Perseverance è atterrato all’interno del cratere Jezero, quello che gli scienziati ritengono fosse un immenso lago miliardi di anni fa: chiaramente del lago oggi non c’è traccia, ma è proprio in questa regione che gli esperti sperano di trovare minuscole tracce di vita batterica.
Il Sample Caching System è uno dei set di strumenti dedicato a questa attività. Il suo braccio snodabile meccanico di due metri ha iniziato a muoversi, flettersi e a scattare immagini del terreno, testando i sensori con le prime rilevazioni scientifiche. Questo braccio è dotato, alla sua estremità, di un trapano rotante a percussione per raccogliere i campioni di roccia e regolite da riportare un giorno sulla Terra.
Oltre ad analizzare le rocce utilizzando i raggi X e la luce ultravioletta con lo strumento Planetary Instrument for X-ray Lithochemistry (Pixl), lo “scienziato a sei ruote” della missione Mars 2020 scatterà precisissimi primi piani di minuscoli segmenti di superfici rocciose che potrebbero mostrare prove di attività microbica nel passato marziano. Per ottenere un profilo dettagliato delle trame, dei contorni e della composizione della roccia, le mappe dello strumento Pixl possono essere combinate con le mappe dei minerali prodotte dallo strumento Sherloc (Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals) e dalla camera Watson, che acquisisce immagini in primo piano utili per determinare la granulometria, la rotondità e la consistenza di una roccia.
Tra i primi piani già scattati da questa camera, alcuni hanno già fornito una serie di dati dalle rocce marziane: varietà di colori, dimensioni dei grani e persino la presenza di materiale simile al “cemento”. Tali dettagli possono fornire importanti indizi sulla storia della formazione rocciosa marziana, sul flusso d’acqua e sugli antichi ambienti potenzialmente abitabili.
Nonostante decenni di tentativi con altre missioni, l’abitabilità – passata – del pianeta Marte è uno dei più grandi misteri da risolvere per centinaia e centinaia di scienziati che lavorano per Perseverance sulla Terra. I rilevatori sul braccio meccanico del rover ce la faranno a scovare tracce di vita sul quarto pianeta del Sistema solare?
Guarda il braccio in azione: