Nonostante decenni di ricerche, la Via Lattea riserva ancora sorprese e misteri da risolvere. Combinando la potenza del Karl G. Jansky Very Large Array (Vla) e dell’Effelsberg Telescope (due fra i radiotelescopi più potenti attualmente operativi sulla Terra), un gruppo di ricercatori guidato dal Max Planck Institute for Radio Astronomy di Bonn ha creato la mappa più sensibile e dettagliata dell’emissione radio di gran parte del piano galattico settentrionale, rilevando prove inedite di un’intensa attività di formazione stellare. I risultati, descritti in una serie di quattro articoli pubblicati su Astronomy & Astrophysics, forniscono per la prima volta un rilevamento radio che copre tutte le scale angolari fino a 1,5 secondi d’arco, le dimensioni di una pallina da tennis vista da un aereo in volo.
I dati raccolti fanno parte della survey Glostar (Global View on Star formation in the Milky Way), ideata – tra le altre cose – per studiare il mezzo interstellare nella Via Lattea, nonché le stelle massicce dalla nascita all’estinzione. La survey ha identificato 80 nuovi resti di esplosioni di supernova – la drammatica fase finale e pirotecnica delle stelle massicce: nella regione studiata, Glostar ha più che raddoppiato il numero di resti trovati utilizzando i soli dati di Vla rispetto alle ricerche precedenti. Con l’aggiunta dei dati Effelsberg, questo numero dovrebbe aumentare.
Catalogare il gran numero di sorgenti si è rivelato particolarmente impegnativo: il numero previsto nelle immagini Glostar si aggira attorno a qualche decine di migliaia. Gli astronomi calcolano che ci siano circa cento sorgenti per ogni grado quadrato, dunque classificarle sfruttando ogni informazione disponibile un’impresa titanica.
I radiotelescopi sono essenziali per rivelare le regioni avvolte dalla polvere in cui si formano le giovani stelle, a differenza di ciò che si può ottenere utilizzando solo telescopi ottici: la luce visibile viene assorbita dalla polvere che avvolge e pervade la nostra galassia e diverse aree rimangono oscurate, quindi sono difficili da studiare.
Il team di Glostar ha combinato le unicità del Vla e del telescopio Effelsberg per ottenere una visione completa della regione studiata. Il Vla è un interferometro situato negli Stati Uniti che combina i segnali provenienti dalle sue antenne a parabola per creare immagini ad altissima risoluzione andando a risolvere dettagli molto piccoli e impercettibili con altri strumenti. Tuttavia, un tale sistema spesso non è in grado di rilevare oggetti su larga scala. Al contrario, il telescopio tedesco Effelsberg, con la sua antenna da 100 metri di diametro, ha fornito dati da aree più ampie, rendendo la mappa finale più completa.
Per saperne di più:
- Leggi su Astronomy & Astrophysics l’articolo “A Global View on Star Formation: The GLOSTAR Galactic Plane Survey. I. Overview and first results for the Galactic longitude range 28°< l < 36°”, di Brunthaler, A. et al.
- Leggi su Astronomy & Astrophysics l’articolo “A Global View on Star Formation: The GLOSTAR Galactic Plane Survey. II. Supernova remnants in the first quadrant of the Milky Way?” di Dokara, R. et al.
- Leggi su Astronomy & Astrophysics l’articolo “A Global View on Star Formation: The GLOSTAR Galactic Plane Survey. III. 6.7 GHz Methanol maser survey in Cygnus X” di Ortiz-León, G.N. et al.
- Leggi su Astronomy & Astrophysics l’articolo “A Global View on Star Formation: The GLOSTAR Galactic Plane Survey. IV. Radio continuum detections of young stellar objects in the Galactic Centre Region” di Nguyen, H. et al.