Si chiameranno Blue e Gold – blu e oro – come i colori dell’università di Berkeley, dove sono in fase di costruzione, nei locali dello Space Sciences Laboratory (Ssl), gli strumenti che porteranno a bordo. Sono due piccoli satelliti gemelli, identici in tutto e per tutto: grandi quanto un mini-frigo, peseranno meno di 150 kg ciascuno, propellente escluso. Piccoli ma con un’ambizione grandissima: entrare in orbita attorno a Marte per mapparne l’alta atmosfera e la magnetosfera da un’altitudine compresa tra 150 e 10mila chilometri.
Ma gli occhi degli scienziati planetari di tutto il mondo sono puntati su di loro per un’altra ragione: il costo, scandalosamente contenuto. Per pagare l’intera missione – appena autorizzata dalla Nasa per essere lanciata nel 2024 – sarà sufficiente staccare un assegno da meno di 80 milioni di dollari tutto incluso: progettazione, costruzione, test, integrazione e lancio. Un prezzo di un ordine di grandezza inferiore a quelli di missioni analoghe, tale da rendere Escapade – questo il suo nome ufficiale, acronimo per Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers, ma si usa anche nel senso di “fare una scappata” – un vero game changer nel panorama della futura esplorazione planetaria e non solo.
Missioni come questa, dice il suo responsabile, Robert Lillis, dell’Ssl, inaugurano «un modo nuovo di fare le cose: commerciale, ad alto rischio e ad alto rendimento. Invece di spendere 800 milioni di dollari con il 95 per cento di possibilità di successo, possiamo spenderne 80 milioni con l’80 per cento di possibilità? È ciò che la Nasa sta cercando di scoprire con queste missioni, e ci riteniamo fortunati a poter fare da cavia».
Come dargli torto? Se la missione avrà successo, Blue e Gold consegneranno agli scienziati dati preziosi per ricostruire la storia del clima di Marte e per determinare come e quando ha perso la sua atmosfera, un tempo abbastanza densa da consentire la presenza in superficie di acqua allo stato liquido – compresi fiumi, laghi e forse oceani. I due satelliti, identici fra loro, disporranno di strumenti, forniti dallo Sssl, in grado di misurare il flusso di elettroni ad alta energia e di molecole di ossigeno e anidride carbonica ionizzate in fuga dal Pianeta rosso, nonché di rilevatori di campi magnetici costruiti alla Ucla e di una sonda per misurare ioni più lenti o termici realizzata alla Embry-Riddle Aeronautical University di Daytona Beach, in Florida. Inoltre, lavorando in coppia, permetteranno di compiere misure contemporanee in due punti del pianeta: una caratteristica cruciale per consentire agli scienziati di stabilire una relazione fra le condizioni del plasma in un sito e il flusso di ioni in fuga nell’altro.
Lancio nell’ottobre del 2024, dicevamo, e avvio della missione scientifica a inizio del 2026, dopo un viaggio di 11 mesi seguito da un periodo necessario per le operazioni di separazione e inserimento in orbita. Ancora da definire, invece, il vettore al quale chiedere un passaggio.