È pronto per la pubblicazione il catalogo di asteroidi e corpi minori del Sistema solare più ricco e completo di sempre. I due autori, dell’osservatorio della Côte d’Azur a Nizza, hanno utilizzato dati d’archivio per completare il catalogo attualmente in uso, arrivando però a scoprire un numero di oggetti non precedentemente identificati esorbitante. Media Inaf ha intervistato il primo autore dell’articolo, in uscita su Astronomy and Astrophysics, Alexey V. Sergeyev.
Come avete fatto?
«Abbiamo usato due approcci complementari. Siamo partiti dai cataloghi della Sloan Digital Sky Survey (Sdss), nei quali sono indicati alcuni oggetti potenzialmente in movimento, trovati a causa del cambiamento delle loro coordinate tra fotogrammi adiacenti. Li abbiamo scaricati tutti. Poi abbiamo cercato gli oggetti del Sistema solare (Sso) già noti nelle 1.5 milioni di immagini del cielo prese dalla Sdss, e abbiamo scaricato le immagini corrispondenti. Questi due approcci ci hanno fornito circa 8.8 milioni di candidati nel Sistema solare. Siccome molti di questi potevano essere finte rilevazioni, abbiamo applicato una serie di filtri per rimuovere falsi positivi».
In che modo?
«Principalmente, abbiamo confrontato il catalogo ottenuto con altri cataloghi, controllando le proprietà delle sorgenti (movimento, colori, ecc). Trovare asteroidi cercandoli negli archivi, in fondo, è un po’ come trovare un ago in un pagliaio».
Qual è la principale novità di questa classificazione?
«La principale novità è il numero di fonti: abbiamo raccolto oltre un milione di osservazioni relative a 379mila oggetti e più 500mila osservazioni di oggetti sconosciuti. Prima d’ora, il più grande catalogo di colori di asteroidi è stato pubblicato più di un decennio fa da Željko Ivezić e i suoi colleghi, ed era anch’esso basato su immagini Sdss: conteneva quasi mezzo milione di osservazioni, 250mila delle quali erano collegate a 100mila Sso noti. Questo catalogo è stato ampiamente utilizzato dalla comunità scientifica ed è tuttora in uso».
Cosa contiene il vostro catalogo?
«Noi forniamo una classificazione tassonomica di questi oggetti, che può essere utilizzata come indicatore della loro composizione. Abbiamo cercato di mantenerla più simile possibile alla classificazione tassonomica comunemente in uso dalla comunità (chiamata Bus-DeMeo), utilizzando uno schema che si basa sui colori degli asteroidi e migliorandolo un po’ per tenere conto delle incertezze di misurazione».
A quanto ammonta il numero totale di asteroidi conosciuti, compresi quelli scoperti nel vostro studio?
«Abbiamo ottenuto 1.036.322 osservazioni di 379.714 Sso conosciuti e unici insieme a 506.200 osservazioni di sorgenti mobili non collegate a nessun oggetto noto del Sistema solare. Fra gli oggetti noti, quelli identificati più volte sono asteroidi della cintura principale, ma abbiamo anche trovato più di mille asteroidi della fascia di Kuiper e più di 200 comete. Il nostro catalogo contiene anche quasi 3000 osservazioni di 1652 asteroidi Near-Earth».
I nuovi scoperti?
«Il numero di oggetti sconosciuti è molto grande (500mila), ma non pretendiamo di averli scoperti noi. Probabilmente, molti di questi sono oggetti noti con orbite poco conosciute e saremo in grado di identificarli in futuro».
Il totale, dunque?
«Per quanto riguarda l’intera popolazione, ci sono circa 1.1 milioni di piccoli corpi conosciuti nel Sistema solare, compresi asteroidi, asteroidi Near-Earth, Centauri, oggetti della fascia di Kuiper e comete. La stragrande maggioranza di questi (oltre 900mila) sono asteroidi situati nella fascia principale, tra Marte e Giove».
Siete riusciti a dire qualcosa circa la loro origine o composizione?
«In questo lavoro ci siamo limitati a preparare un catalogo per la comunità. Siamo rimasti onestamente sorpresi dalla quantità di oggetti che abbiamo individuato: le immagini Sdss e i cataloghi delle sorgenti erano già stati analizzati da altri in precedenza per identificare gli Sso. Noi, comunque, sapevamo che l’ultimo catalogo era stato pubblicato prima della fine dell’indagine, e abbiamo puntato a completarlo per poi analizzare i colori e la composizione degli asteroidi Near-Earth nell’ambito di un progetto europeo chiamato Neorocks».
Quindi, in realtà, vi siete fermati al primo step, per ora?
«Sì, quando ci siamo resi conto di quanti oggetti nuovi si potessero individuare, abbiamo deciso di pubblicare prima il catalogo, perché sarebbe stato utile a tutti. Uno degli obiettivi importanti di questo lavoro è la classificazione degli asteroidi. Sdss ha effettuato osservazioni quasi simultanee di asteroidi in cinque filtri ottici dall’ultravioletto al vicino infrarosso, permettendo di misurare i colori degli asteroidi che sono stati utilizzati per la tassonomia. Ora stiamo lavorando per analizzare i colori degli asteroidi vicini alla Terra presenti nel campione e confrontare la composizione degli oggetti Near-Earth con quella delle regioni in cui si sono formati nella Cintura Principale, allo scopo di confermarne (o meno) la provenienza».
Tra i nuovi asteroidi individuati, ce n’è qualcuno di potenzialmente pericoloso?
«Forse, non lo sappiamo. Abbiamo visto centinaia di asteroidi non identificati avvicinarsi alla Terra, ma queste osservazioni sono state ottenute più di dieci anni fa e non possiamo calcolare i loro elementi orbitali con sufficiente precisione. Ma se riuscissimo ad effettuare osservazioni degli stessi asteroidi oggi potremo usare i dati Sdss per calcolare la loro traiettoria con buona precisione».
Alcuni transiteranno vicino al Sole?
«Alcuni asteroidi Near-Earth hanno un perielio all’interno dell’orbita terrestre e quindi potrebbero muoversi verso la Terra dal lato del Sole. Il nostro catalogo contiene osservazioni per 52 di questi».
Per saperne di più:
Leggi su Astronomy and Astrophysics l‘articolo “A million asteroid observations in the Sloan Digital Sky Survey”, di A. V. Sergeyev e B. Carry