La notizia è di questa settimana: Jocelyn Bell Burnell, l’astronoma che nel 1967 – all’epoca studentessa 24enne – scoprì la prima pulsar, è la vincitrice per il 2021 della Copley Medal della Royal Society, il più antico premio scientifico del mondo.
«Sono lieta di essere la destinataria della Copley Medal di quest’anno, un premio che è stato assegnato a molti scienziati incredibili», dice Bell. In effetti l’elenco dei premiati dal 1731 a oggi è davvero incredibile, e non tanto per il calibro indiscusso dei vincitori, quanto perché su quasi 300 illustrissimi nomi a farle compagnia c’è solo un’altra donna: Dorothy Crowfoot, che comunque si è vista assegnare l’ambita medaglia solo nel 1976, ben dodici dopo aver vinto il premio Nobel (per la chimica).
Nobel che Jocelyn Bell non ha invece mai ricevuto – uno fra i mancati riconoscimenti più scandalosi della storia del premio. «La mia carriera», spiega la scienziata, «non si è adattata a un modello convenzionale – maschile. Essere la prima persona a identificare le pulsar dovrebbe essere il momento clou di ogni carriera; ma ho anche dato martellate e costruito radiotelescopi; messo in piedi un gruppo di successo tutto mio per lo studio delle stelle binarie; e sono stata la prima donna presidente dell’Institute of Physics e della Royal Society di Edimburgo. Spero che il mio lavoro e la mia presenza come veterana nella scienza continuino a incoraggiare più donne a intraprendere una carriera scientifica».
Oltre alla prestigiosa medaglia il premio comprende un assegno da 25mila sterline, che Dame Jocelyn aggiungerà al fondo “Bell Burnell” dell’Institute of Physics, per finanziare borse di dottorato di ricerca destinate a chi, nella fisica, è under-represented.