Dopo il primo tentativo andato a vuoto – nel vero senso del termine – del 6 agosto scorso, Perseverance si sta preparando nuovamente a raccogliere il primo di molti campioni di roccia che potrebbero essere portati sulla Terra per ulteriori studi, in cerca di tracce di antica vita microbica sul Pianeta rosso. Questa settimana, uno strumento posizionato sul braccio robotico del rover lungo 2 metri raschierà la superficie di una roccia soprannominata la Rochette – la roccetta – per far sì che gli scienziati riescano a capire se è un buon posto per prelevare il campione.
Leggermente più spesso di una matita, il campione verrà sigillato in uno dei 42 tubi di titanio a bordo del rover. Nel caso in cui questa roccia sarà giudicata idonea al campionamento, si procederà al carotaggio la prossima settimana.
Dal primo tentativo non riuscito – per via delle caratteristiche della roccia che si è rivelata troppo friabile, sbriciolandosi in frammenti di materiale troppo piccoli per poter essere trattenuti nel tubo del campione – Perseverance ha viaggiato 455 metri su una cresta chiamata Citadelle – il termine francese per “castello”, un riferimento a come questo punto scosceso si affaccia sul fondo del cratere Jezero. Citadelle è ricoperta da uno strato di rocce che sembrano resistere all’erosione del vento, il che lascia ben sperare che non si sbriciolino durante la perforazione. «Ci sono rocce potenzialmente più vecchie nella regione del South Séítah davanti a noi, quindi avere questo campione più giovane può aiutarci a ricostruire l’intera linea temporale di Jezero», spiega Vivian Sun, scienziata della missione presso il Jet Propulsion Laboratory della Nasa.
Per questo tentativo imminente, il team ha aggiunto un ulteriore passaggio al processo di campionamento: dopo aver utilizzato il sistema di fotocamere Mastcam-Z per sbirciare all’interno del tubo del campione, il rover metterà in pausa la sequenza di campionamento in modo tale che il team possa rivedere l’immagine per assicurarsi che la roccia sia effettivamente presente nel tubo. Una volta confermata la presenza del campione, daranno istruzioni a Perseverance di sigillare il tubo.
Riguardo al precedente tentativo, c’è da dire che non tutto il male è venuto per nuocere. Sebbene Perseverance sia rimasto a “mani” vuote, quel primo tubo sigillato contiene un campione dell’atmosfera marziana che la missione aveva pianificato di acquisire in un secondo momento. «Con i campioni che verranno portati sulla Terra, speriamo di rispondere a una serie di domande scientifiche, inclusa la composizione dell’atmosfera di Marte», ha affermato Ken Farley, scienziato del Caltech. «Ecco perché siamo interessati a un campione atmosferico, oltre a campioni di roccia».
Mentre si trova in cima alla Citadelle, Perseverance utilizzerà il suo radar del sottosuolo – Rimfax, abbreviazione di radar imager for mars’ subsurface experiment – per studiare gli strati rocciosi sottostanti. Inoltre, la parte superiore della cresta fornirà un ottimo punto di osservazione per Mastcam-Z, per cercare altri potenziali obiettivi rocciosi nell’area.