Doveva fare cinque voli. Domenica scorsa ha completato il tredicesimo. E il materiale raccolto si sta rivelando sempre più utile per la pianificazione e lo svolgimento dell’intera missione. Ingenuity, l’elicotterino marziano nato come dimostratore o poco più, ha ampiamente doppiato il suo obiettivo iniziale. Mentre stiamo scrivendo la Nasa non ha ancora messo online – tranne lo shadow selfie qui a fianco – le immagini raccolte durante l’ultimo volo di ricognizione, ma dovrebbero essere anche in quest’occasione una decina. Foto a 13 megapixel raccolte mentre il drone volteggiava a 3.3 m/s (poco meno di 12 km/h) puntando a sudovest della regione South Seítah – la zona del cratere Jezero che Ingenuity e Perseverance stanno perlustrando.
A differenza del volo precedente, il dodicesimo, completato il 16 agosto, questa volta il piano di volo di Ingenuity non prevedeva il raggiungimento dei 10 metri di quota: si è fermato di proposito un po’ più in basso, a quota 8 metri, così da poter riprendere il terreno da più vicino, con maggiori dettagli. La durata del volo dovrebbe essere stata pressoché identica – 161 secondi rispetto ai 169.5 del volo precedente – per un tragitto però molto più breve: 210 metri, dunque meno della metà dei 450 metri del 12esimo volo. Uno fra gli obiettivi degli scienziati è anche quello di avere foto della stessa area ma da una prospettiva opposta – quella del volo precedente era infatti rivolta verso nordest.
Nel frattempo, mentre l’elicotterino era impegnato nelle sue evoluzioni, il rover Perseverance metteva al sicuro il campione di roccia raccolto il primo settembre. È di oggi infatti la conferma che anche quest’ultimo passaggio della delicata operazione ha avuto successo. In un primo tempo, nonostante le immagini avessero mostrato l’avvenuta raccolta del campione, era rimasta qualche incertezza sull’effettivo avvenuto stoccaggio all’interno del portacampioni in titanio. Dubbi dissipati dalle immagini scattate dalla Mastcam-Z, che confermando la presenza della roccia hanno consentito dare il via al trasferimento all’interno del rover – dove gli sono state scattate le ultime foto e dove è stato sigillato – in attesa dalla futura missione di recupero dei campioni per il trasporto sulla Terra.