I bollettini di luglio e settembre del gruppo di lavoro che si occupa della nomenclatura dei corpi minori del Sistema solare (lo Small Body Nomenclature Working Group, Wgsbn) alla International Astronomical Union (Iau) riportano l’assegnazione del nome di nuovi asteroidi ad alcuni astronomi italiani.
Il processo di nomina di un asteroide è piuttosto lungo e comincia dalla sua scoperta: per dichiararla è necessario raccogliere misure precise circa la sua posizione per almeno due notti e inviarle al Minor Planet Center (Mpc), che si occupa di verificare che non si tratti di un corpo precedentemente noto. Se la scoperta viene confermata, l’Mpc assegna un nome provvisorio composto dall’anno corrente e due lettere. Dopo che l’asteroide è stato osservato per almeno quattro opposizioni e l’orbita è stata determinata con precisione, alla designazione provvisoria viene aggiunto un numero d’ordine progressivo e, a quel punto, lo scopritore ha dieci anni di tempo per proporre e motivare un nuovo nome. Le regole sono semplici e chiare: la lunghezza non deve superare i 16 caratteri, e deve preferibilmente trattarsi di una sola parola; deve inoltre essere pronunciabile, non essere offensiva e infine non essere troppo simile al nome di un asteroide o satellite naturale già noto.
Ma cosa si prova a sapere che un asteroide, un piccolo corpo “perso” nel Sistema solare – ora considerato mina vagante, ora miniera di informazioni sulla vita – porta il proprio nome? Media Inaf lo ha chiesto a tre dei recenti “dedicatari”.
Albino Carbognani (astronomo all’Inaf)
Asteroide (27269) Albinocarbognani, 2000 AB3. Data di scoperta: 03 gennaio 2000
«In realtà la sorpresa non l’ho avuta quando è uscito il nome con la dedica, ma quando Maura Tombelli un bel giorno mi ha telefonato dicendo che avrebbe proposto il mio nome per un asteroide da lei scoperto insieme ad Andrea Boattini. La prima sensazione che ho provato è stata di sorpresa, come quando accade una cosa molto bella e inaspettata e nel frattempo si pensa: “wow, un corpo celeste porterà il mio nome!”. La soddisfazione provata è stata grande, specie per me che gli asteroidi li osservo e li studio. Poi ho razionalizzato, andando a consultare il Jpl Small-Body Database Browser per vedere orbita e caratteristiche del “mio” asteroide».
Sandra Savaglio (astrofisica all’Università della Calabria)
Asteroide (114612) Sandrasavaglio, 2003 DV12. Data della scoperta: 26 febbraio 2003
«Ringrazio Antonino Brosio e Antonella Tripodi, del Parco astronomico Lilio (Savelli, Crotone) per questo bellissimo ed inaspettato regalo, ne sono veramente orgogliosa. L’asteroide è stato donato dallo scopritore Fabrizio Bernardi del progetto di NeoDys. È emozionante sapere che il mio nome rimarrà appiccicato per sempre a questa grossa roccia cosmica, formatasi quasi 5 miliardi di anni fa e che vagherà indisturbata nel vuoto probabilmente per altrettanto tempo. Da una parte sento di non esserne degna, ma se rivolgo lo sguardo indietro, lo ritengo anche un riconoscimento per i tanti anni di impegno nella ricerca, nella divulgazione scientifica e nel supporto tecnico al telescopio dei Parco, che mi riempie di gioia infinita».
Daniele Gardiol (astronomo all’Inaf)
Asteroide (112320) Danielegardiol, 2002 MB1. Data della scoperta: 19 giugno 2002
«Da buon piemontese, ho subito pensato che ci sarebbero state molte persone più degne di me di ricevere questa intitolazione. Poi è prevalso un sentimento di gratitudine per chi ha proposto la cosa. Evidentemente qualcuno pensa che, in fondo, un pochino me lo merito. La soddisfazione è stata comunque subito mitigata da un senso di tragedia incombente. Asteroidi, in un futuro remoto, cadranno sulla Terra provocando qualche disastro. Ecco, mi seccherebbe che fosse proprio quello che porta il mio nome».