L’Istituto nazionale di astrofisica – in collaborazione con Amsat Italia e l’Agenzia spaziale italiana – ha lanciato il primo concorso nazionale gestito dal gruppo di didattica innovativa Play. Si chiama “C’è posta per E.T.” e chiede alle scuole secondarie di preparare un messaggio da inviare verso esopianeti potenzialmente abitabili. Ovviamente a portare il messaggio non ci saranno bici o una versione verde di Maria de Filippi, bensì onde radio. Non ci saranno bigliettini all’interno di buste o bottiglie di vetro abbandonate nello spazio ma numeri: tanti 0 e 1 quanti saranno quelli che servono per codificare l’informazione che deciderete di inviare.
In realtà, l’esperimento che l’Inaf propone è già stato fatto in passato, nel lontano 1974. Il 16 novembre di 47 anni fa, dal radiotelescopio di Arecibo è stato inviato nello spazio – verso l’Ammasso Globulare di Ercole, a 25mila anni luce di distanza dalla Terra – un messaggio radio composto da 1679 cifre binarie. A idearlo fu Frank Drake, che qualche anno prima aveva formulato la famosa equazione che porta il suo nome, utilizzata per stimare il numero di civiltà extraterrestri esistenti in grado di comunicare nella nostra galassia. Quindi non uno studente ma un astrofisico statunitense, allora professore di astronomia alla Cornell University. Non fece tutto da solo: si dice che, tra quelli che collaborarono al progetto, ci fu anche Carl Sagan, celebre astrofisico e divulgatore scientifico, nonché autore di diversi libri tra cui Contact, da cui è stato tratto l’omonimo film.
«Quello che Inaf propone alle scuole non è proprio un “gioco”: è più simile a un compito di realtà», spiega Maura Sandri dell’Istituto nazionale di astrofisica, ideatrice del concorso. «Un compito di realtà da svolgere in gruppo, oggi come allora. Perché decidere cosa dire – e come dirlo – a un ipotetico extraterrestre che potrebbe ascoltarci, non è affatto facile. Occorre fare considerazioni filosofiche, etiche, sociali. I temi che potrebbero emergere nella preparazione del messaggio sono multidisciplinari, dalla matematica all’arte, passando per la fisica, l’astronomia, la chimica, la biologia. Ci sarà poi chi non vorrà inviare proprio nulla perché, diciamocelo, potrebbe non essere furbo accendere una torcia nel bosco, di notte. La cosa importante è parlarne, insieme e in modo costruttivo, per dare sostanza a un messaggio che convinca tutto il gruppo. Poi sarà la volta della forma, per la quale saranno utili l’arte, la matematica e il coding. Per questo il gruppo di lavoro che coordino ha sviluppato diverse risorse di coding appositamente per il concorso».
«La ricerca di civiltà aliene non è soltanto appannaggio della fantascienza: tutt’altro», afferma Giuseppe Bianco, responsabile dell’unità Ricerca spaziale del Centro spaziale “Giuseppe Colombo” dell’Asi a Matera. «Oltre alla famosa equazione di Drake, va ricordato che un grande scienziato italiano, Enrico Fermi, enunciò quello che sarebbe stato battezzato “paradosso di Fermi” ed è ancor oggi oggetto di studio e speculazioni: “Se l’universo brulica di alieni, dove sono tutti quanti?” La stessa esistenza del programma Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence), in forte espansione, dimostra che la scienza moderna sta affrontando il problema in modo molto serio, e l’Asi vuole dare il suo contributo».
Proprio perché non è facile ideare il messaggio, le studentesse e gli studenti avranno tanto tempo a disposizione: la scadenza del concorso sarà l’anno prossimo, il 24 aprile 2022. Il 27 settembre alle ore 17, si terrà un webinar in diretta YouTube nel quale Inaf e Asi vi parleranno del messaggio di Arecibo, analizzandolo nei minimi particolari, per dare agli studenti qualche idea su alcuni linguaggi che potrebbero essere usati per comporre il messaggio. Nel webinar – che rimarrà disponibile su YouTube, sul canale Edu Inaf – verrà anche illustrato come effettuare la consegna. Ricercatori e tecnologi di Inaf saranno disponibili come mentor nel corso del progetto, con il supporto dei docenti che potranno fungere da ponte con gli studenti che intendono partecipare.
Al termine del concorso, prima della fine dell’anno scolastico, verranno premiati dieci messaggi, selezionati da una giuria di ricercatori e tecnologi di Inaf e Asi, e uno di questi messaggi verrà inviato nello spazio. L’invio del messaggio selezionato avverrà utilizzando il grande radiotelescopio del Centro spaziale dell’Asi, a Matera. Doreen Hagemeister (referente del settore comunicazione del Centro spaziale di Matera) si occuperà, insieme a Inaf, della selezione dei messaggi e dell’organizzazione dell’evento conclusivo. Luciano Garramone, ingegnere radioastronomo di Asi, si occuperà degli aspetti legati alla trasmissione del messaggio, in collaborazione con Amsat Italia. Il messaggio verrà trasmesso dapprima puntando la grande antenna verso l’esopianeta prescelto, poi verso la Luna. L’invio verso la Luna avrà una duplice valenza: permetterà a molti radioamatori presenti sulla Terra di ricevere il messaggio per effetto della sua riflessione sulla superficie lunare e inoltre farà sì che la Luna lo diffonda, seppure affievolito, verso molteplici ignote destinazioni.
Non verranno usate le potenze coinvolte nella trasmissione partita dal radiotelescopio di Arecibo, oggi non più in funzione, ma l’invio sarà ugualmente simbolico, a testimonianza del fatto che l’umanità – i giovani in particolare – è capace di pensare, comunicare e inviare un messaggio intelligente.
Poi se qualcuno un giorno lo riceverà è tutto da vedere. Noi di certo rimarremo in ascolto.
Per saperne di più: consulta su Edu Inaf la pagina dedicata al concorso.
Guarda il teaser del concorso: