Affascinanti resti di supernova ed energiche pulsar, in un ambiente immersivo e interattivo. Sono i modelli scientifici basati su simulazioni numeriche e analisi di osservazioni che popolano la nuova applicazione, targata Inaf: StarBlast: a VR tour of the outcome of stellar explosions.
Attualmente, i modelli resi disponibili al grande pubblico sono cinque e sono stati realizzati da ricercatori dell’Inaf di Palermo e dell’Università di Palermo, sulla scia del progetto 3dmap-vr, che vi abbiamo già presentato su MediaInaf Tv.
Utilizzando un visore per la realtà virtuale, l’utente potrà navigare all’interno di queste potenti sorgenti astrofisiche e interagire con le simulazioni usando letteralmente le mani grazie ai controller manuali, simili a joystick, che forniscono una percezione sensoriale dell’oggetto che si sta osservando. Durante l’esplorazione, una voce fuori campo fornirà delle brevi note esplicative – disponibili in italiano, inglese e spagnolo – per facilitare la comprensione al grande pubblico, mentre una breve bibliografia sarà disponibile per ulteriori approfondimenti.
«Abbiamo realizzato l’app in maniera stratificata, in modo che possa essere fruibile su più livelli, da diverse tipologie di pubblico», spiega il principal investigator del progetto, Marco Miceli dell’Università di Palermo. «C’è un livello più ludico che permette all’utente di diventare una sorta di esploratore di resti di supernova e delle pulsar wind nebulae, navigando all’interno di queste bellissime sorgenti e apprezzandone i dettagli in maniera estremamente coinvolgente. C’è poi un livello più profondo, destinato principalmente agli studenti universitari, che permette di cogliere e toccare con mano letteralmente, direi, molti degli aspetti fisici caratteristici di queste sorgenti estreme che possono poi essere approfonditi, grazie alla breve bibliografia disponibile per ogni oggetto. Infine, c’è un ultimo strato, destinato agli specialisti e ai ricercatori».
Utilizzando questi modelli i ricercatori riescono a osservare e analizzare aspetti che è difficile, se non impossibile, evidenziare con le tradizionali tecniche di analisi, come la distribuzione degli elementi chimici, la configurazione dei campi magnetici, la complessa morfologia dei fenomeni o degli oggetti studiati. «Devo confessare che anch’io “giocando” con l’app StarBlast e grazie alla realtà virtuale», prosegue Miceli, «sono riuscito a cogliere alcuni aspetti che mi erano completamente sfuggiti»
Attualmente i modelli 3D esplorabili illustrano i resti di supernova Sn 1006, Ic 443, la Nebulosa Granchio, Sn 1987a e Cassiopea A, ma a questi se ne aggiungeranno presto degli altri. «L ‘app è stata realizzata in maniera modulare», prosegue Miceli. «In questo modo è possibile aggiornarla e aggiungere nuovi modelli 3D, man mano che questi diverranno disponibili».
Per utilizzare l’applicazione occorre possedere un visore per la realtà virtuale – l’app è compatibile con i modelli più diffusi – e avere installato nel proprio computer il software SteamVr. Una volta attivata l’esperienza, l’utente si troverà ad ammirare l’intera Via Lattea dove potrà selezionare l’oggetto astrofisico che vuole esplorare. Gli oggetti possono essere spostati e ingranditi utilizzando i controller manuali, permettendo all’utente di esplorare la struttura e la fisica dei resti di supernova e delle pulsar wind nebulae, in modo semplice e coinvolgente.
«L’obiettivo è quello di far cogliere al pubblico la ricchezza dell’astrofisica, partendo dalla bellezza degli oggetti astrofisici e offrendo allo stesso tempo», conclude Miceli, «un nuovo strumento didattico agli studenti e un nuovo strumento diagnostico ai ricercatori».
Per saperne di più:
- Visita la pagina ufficiale del progetto (sostenuto e finanziato dalla cost-action Pharos per promuovere la collaborazione della comunità scientifica europea nell’ambito delle attività scientifiche d Pharos e realizzato in collaborazione con Ceformed srl.), dalla quale è anche possibile scaricare la app
Guarda il servizio video su MediaInaf Tv: