Work in progress per Ariel (Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey): l’agenzia spaziale europea ha scelto Airbus per proseguire nei lavori di progettazione e costruzione del satellite. Il lancio è previsto nel 2029 da Kourou, nella Guyana francese, sul nuovo Ariane 6 dell’Esa insieme alla missione Comet Interceptor.
Ariel – selezionata nel 2018 come quarta missione scientifica di classe media nel piano Cosmic Vision dell’Esa – studierà la composizione chimica delle atmosfere degli esopianeti, come si sono formati e come si evolvono, osservando un campione diversificato di circa mille mondi in orbita attorno a stelle lontane, simultaneamente nelle lunghezze d’onda del visibile e dell’infrarosso. Effettuerà le sue osservazioni dal punto di Lagrange 2 (L2), un punto di equilibrio gravitazionale a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra.
«Con questa pietra miliare per la missione Ariel», dice Günther Hasinger, direttore delle Attività di scienza dell’Esa, «celebriamo la continuazione dello straordinario rapporto con i nostri partner industriali per mantenere l’Europa in prima linea nell’eccellenza nel campo della ricerca sugli esopianeti anche nel prossimo decennio e oltre».
Nell’arco di quattro anni Ariel compirà la prima indagine su larga scala della composizione chimica e delle strutture termiche dei pianeti extrasolari, con l’obiettivo di comprendere in che modo la chimica del pianeta sia collegata all’ambiente in cui si è formato, o se e come il tipo di stella ospite governa la fisica e la chimica della sua evoluzione. Le osservazioni di questi mondi lontani contribuiranno a progredire nella comprensione del Sistema solare, nonché a scoprire se c’è vita altrove nell’universo o se esiste un pianeta come la Terra.
Tolosa ospiterà il sito principale per la progettazione, la produzione e l’integrazione degli elementi del veicolo spaziale, mentre Airbus Stevenage (Regno Unito) sarà a capo dell’ingegneria aerospaziale, delle comunicazioni a radiofrequenza e della progettazione elettrica della piattaforma. Airbus – che ha già una vasta esperienza nelle principali missioni scientifiche innovative, tra cui Gaia, Lisa Pathfinder, Cheops, Solar Orbiter e Juice – costruirà infatti il satellite, mentre il telescopio, i rivelatori e la strumentazione scientifica saranno realizzati da un consorzio che comprende più di 50 istituti scientifici da 17 paesi europei, fra cui l’Italia.
«Il consorzio internazionale per la missione Ariel ha fatto progressi straordinari con il payload», ricorda il project manager Paul Eccleston. «Non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con Airbus per garantire il perfetto funzionamento del payload a bordo del veicolo spaziale. Insieme saremo in grado di compiere nuove incredibili scoperte sui pianeti al di là del Sistema solare».