Appena due settimane dopo il lancio dalla Vandenberg Space Force Base in California, Dart (Double Asteroid Redirection Test) ha aperto il suo “occhio” e ci ha regalato le sue prime immagini dallo spazio, che per la Nasa rappresentano un’importante pietra miliare della missione.
Dopo le violente vibrazioni del lancio e il repentino abbassamento della temperatura a meno 80 gradi Celsius nello spazio, non è affatto scontato che tutto funzioni come previsto. I componenti dello strumento telescopico a bordo del satellite sono sensibili a movimenti di appena 5 milionesimi di metro, quindi anche un piccolo spostamento di qualcosa nello strumento potrebbe compromettere la missione. Per questo, scienziati e ingegneri hanno trattenuto il respiro, in attesa della “prima luce”.
Martedì 7 dicembre, la sonda spaziale ha aperto la porta circolare che copre l’apertura della sua telecamera telescopica Draco e, con sollievo e gioia di tutti, ha trasmesso la prima immagine dell’ambiente circostante. Presa a circa 3.6 milioni di chilometri dalla Terra (pari a circa 11 secondi luce) – quindi molto vicina, astronomicamente parlando – l’immagine mostra una dozzina di stelle, cristalline e nitide sullo sfondo nero dello spazio, vicino all’intersezione delle costellazioni di Perseo, Ariete e Toro.
Il team di Dart al Jet Propulsion Laboratory della Nasa ha utilizzato le stelle nell’immagine per determinare con precisione come era orientato lo strumento, fornendo le prime misurazioni di come è puntata la telecamera rispetto al veicolo spaziale. Con queste misurazioni, il team è stato in grado di spostare con precisione il veicolo spaziale per puntare Draco verso oggetti di interesse, come Messier 38 – o M38, noto anche come Starfish Cluster – che Dart ha catturato in un’altra immagine, il 10 dicembre. Localizzato nella costellazione dell’Auriga, l’ammasso di stelle si trova a circa 4200 anni luce dalla Terra. Catturare intenzionalmente immagini con molte stelle come M38 aiuta a caratterizzare le imperfezioni ottiche nelle immagini e a calibrare la luminosità assoluta di un oggetto: tutti dettagli importanti per riuscire a effettuare misurazioni accurate, quando Draco inizierà ad acquisire immagini della sua destinazione: il sistema binario di asteroidi Didymos e Dimorphos.
Draco (acronimo di Didymos Reconnaissance e Asteroid Camera for Optical navigation) è una fotocamera ad alta risoluzione ispirata all’imager a bordo della sonda spaziale New Horizons della Nasa che ha scattato le prime immagini ravvicinate del sistema di Plutone e di un oggetto della fascia di Kuiper, Arrokoth. Essendo l’unico strumento di Dart, Draco catturerà immagini dell’asteroide Didymos e del suo compagno Dimorphos, oltre a supportare il sistema di guida autonomo del veicolo spaziale per dirigere Dart verso l’impatto finale.
Ricordiamo che Dart è la prima missione di test di difesa planetaria al mondo, che impatterà intenzionalmente l’asteroide Dimorphos per modificarne leggermente la traiettoria. Sebbene nessuno dei due asteroidi del sistema rappresenti una minaccia per la Terra, la missione Dart dimostrerà che un veicolo spaziale può navigare autonomamente verso un asteroide bersaglio relativamente piccolo e che questa potrebbe essere una tecnica praticabile per deviare un asteroide veramente pericoloso, se mai ne verrà scoperto uno. Dart raggiungerà il suo obiettivo il 26 settembre 2022.