Una commissione nominata dall’Agenzia spaziale europea (Esa) ha sottoposto a un esame accurato il progetto Plato e ha verificato la maturità del satellite e degli strumenti di bordo (satellite e payload), confermando la fattibilità del programma di costruzione del satellite e la solidità del piano di produzione del payload, costruito anche grazie al contributo dell’Italia. Questo prevede la realizzazione in serie di 26 sofisticati telescopi (chiamati in linguaggio tecnico Plato Camera), con i quali Plato scoprirà e studierà le caratteristiche di esopianeti, anche molto simili alla Terra, e che orbitano intorno a stelle simili al Sole.
Questo esame, chiamato Critical Milestone Review, è stato richiesto da Esa a causa della complessità di sviluppo associata alla produzione in serie dei telescopi. La revisione è stata effettuata nel periodo compreso tra luglio e dicembre 2021 da un team costituito da più di cento scienziati e ingegneri dell’Esa divisi in due commissioni (una per il satellite e una per il payload). Tutti gli aspetti della produzione, dell’assemblaggio e del collaudo dei telescopi sono stati verificati con successo attraverso test sui dei telescopi, effettuati in diverse industrie e istituti di ricerca europei. Le proprietà di altissima stabilità con la temperatura del banco ottico che alloggia i telescopi (Plato opererà a circa -90 °C), sono state verificate con una nuova tecnica di test sviluppata dall’appaltatore principale del satellite, Ohb System Ag. I risultati sono stati presentati al comitato di revisione l’11 gennaio 2022, che ha decretato il raggiungimento dei risultati previsti.
Con il raggiungimento di questo traguardo può iniziare la seconda fase del contratto industriale, guidato da Ohb System Ag come prime contractor con Thales in Francia e Ruag Space System Svizzera come parte del core team.
«Il team di sviluppo dei telescopi, guidato dall’Inaf, ha coordinato con grande efficacia le attività in questi due frenetici anni, nonostante la pandemia abbia reso quasi impossibile visitare i laboratori dei partner internazionali», afferma con soddisfazione Luca Valenziano dell’Inaf, project manager delle Plato Camera. «Il traguardo intermedio raggiunto con questa milestone ci rende orgogliosi e fiduciosi per l’impegnativa fase di costruzione degli strumenti, che vedrà i ricercatori italiani in prima fila in quasi ogni ambito di questa complessa, ambiziosa missione».
La fornitura del payload di Plato è responsabilità dell’Agenzia spaziale europea (Esa) in collaborazione con un consorzio europeo di istituti e industria, il Plato Mission Consortium (Pmc) in conformità con l’accordo multilaterale stabilito con l’Esa.
Il contributo italiano al payload è importante e articolato: sotto il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana (Aai) – che finanzia le attività industriali per la realizzazione delle parti di responsabilità italiana per la missione e fornisce il supporto al team scientifico – e la supervisione di ricercatori Inaf, ideatori del progetto ottico, le strutture opto-meccaniche dei telescopi sono costruite e sottoposte a stringenti test per la verifica delle prestazione negli stabilimenti fiorentini da Leonardo, in collaborazione con la Thales Alenia Space Italia e le pmi Media Lario, Hst e Gestione Silo. Sempre sotto il coordinamento di Asi e la supervisione dei ricercatori dell’Inaf, che ne realizzano anche il software, il computer di bordo che serve il payload è costruito negli stabilimenti di Livorno dalla Kayser Italia. Infine un team di ricercatori e ingegneri Inaf coordina le attività di sviluppo e verifica di tutti i telescopi condotte presso industrie e istituti di ricerca dei paesi europei che afferiscono al Plato Mission Consortium.
«Plato è una missione straordinaria: introduce, per certi versi, filosofie di produzione di serie nell’ambito spaziale laddove normalmente si impiegano strumenti unici, prototipi. La necessità di produrre 26 camere sostanzialmente identiche tra loro ha posto difficoltà inedite sia sul fronte dello sviluppo di un payload così complesso, sia sul fronte del satellite che dovrà gestirlo in maniera ottimale in volo», commenta Mario Salatti, program manager di Asi per o sviluppo della parte ottica dei telescopi. «La Critical Milestone Review è stato un passo necessario per Plato: il fatto di averla superata con successo – per cui un grande plauso va al gruppo di tecnologi, ricercatori e ingegneri italiani impegnati a vario livello nello sviluppo del payload – fornisce ulteriore carica ai membri del team per affrontare la seconda e conclusiva fase implementativa della missione».
La prossima pietra miliare per Plato è la Critical Design Review del satellite nel 2023, che verificherà il progetto dettagliato dell’intero veicolo spaziale prima di procedere con il suo assemblaggio. Dopo il lancio, attualmente previsto per la fine del 2026, Plato viaggerà verso il punto L2 di del sistema Terra-Sole, 1,5 milioni di km dalla Terra, in direzione opposta al Sole. Da questo punto Plato osserverà più di 200mila stelle durante i suoi quattro anni di funzionamento nominale, alla ricerca di decrementi regolari nella loro luce causati dal transito di un pianeta attraverso il disco della stella. L’analisi di questi transiti e delle variazioni di luce stellare ci consentirà di determinare con precisione le proprietà degli esopianeti e delle loro stelle ospiti.