Aggiornamento del 13.02.2022: lo stadio in rotta di collisione verso la Luna parrebbe non essere il secondo stadio di un Falcon 9 di SpaceX, scrive Bill Gray dopo un confronto con Jon Giorgini del Jpl/Nasa, bensì uno stadio della missione lunare cinese Chang’e 5-T1.
In queste ore notturne, condivido con voi una spettacolare anteprima freschissima: un paio d’ore fa [il messaggio è arrivato in redazione poco dopo mezzanotte, ndr], i colleghi Albino Carbognani e Roberto Gualandi, in operazione al telescopio Cassini, a Loiano, hanno centrato l’obiettivo catturando l’ultimo stadio del missile Falcon 9 della SpaceX (vettore di lancio dell’osservatorio spaziale solare Dscovr) e dal 2015 in orbita caotica translunare. Al momento dell’osservazione, il Falcon si trovava circa a mezza via con la Luna, in rotta di avvicinamento a una distanza da noi di 190mila km.
Il “megadetrito” (14 m x 3.66 m di diametro, per un peso a secco di 3 tonnellate) passerà martedì al perigeo per “l’ultimo inchino”, prima di rimettersi in traiettoria verso la Luna, dove questa volta impatterà il 4 di marzo prossimo.
Dalla sequenza delle osservazioni si nota chiaramente il moto di tumbling, con l’oggetto che mostra una luminosità a “flash”. Sono anche state ottenute accurate misure astrometriche, appena trasmesse al Minor Planet Center americano per il raffinamento dell’orbita e del punto di impatto lunare. Se martedì 8 febbraio il meteo continuerà a favorirci (e grazie alla distanza minima di 40mila km) si tenterà una misura delle armoniche di tumbling e della curva di luce.
È ancora una volta con orgoglio che mi preme dare credito allo sforzo di tutto il gruppo Oas di Ssa/Sst (Space Situational Awareness e Space Surveillance and Tracking) ringraziando, oltreché i colleghi Albino Carbognani e Roberto Gualandi, anche Ivan Bruni, Fausto Cortecchia, Roberto Di Luca, Emiliano Diolaiti, Silvia Galleti, Matteo Lombini, Laura Schreiber e Giovanna Stirpe.
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