Cosa ha spinto il New York Times ad affermare che il 2021 passerà alla storia come “the year space got sexy all over again”?
Gran parte del merito va ai miliardari volanti che sono finalmente riusciti ad inaugurare i loro programmi di voli suborbitali. Dopo anni di ritardi, Richard Branson e Jeff Bezos hanno avuto il loro battesimo del volo. Mentre StarShipOne di Virgin Galactic è un simil aereo che parte attaccato a un altro velivolo e poi, una volta sganciato in quota, accende i motori per arrivare all’altezza di 80 km, New Shepard di Blue Origin è una capsula spaziale che parte spinta da un razzo fino a sorpassare i 100 km, giusto l’altezza della linea di Karman, il confine tra l’atmosfera e lo spazio esterno. Per New Shepard l’avventura si esaurisce in 10 minuti, per StarshipOne i tempi di salita sono più lunghi e il volo dura grossomodo un’ora. In ogni caso, una volta terminata la fase di ascesa, le due diverse tecniche regalano ai passeggeri 4 minuti di caduta libera durante i quali possono fluttuare nell’abitacolo. Mi auguro che sfruttino a fondo l’esperienza, visto che gli costa centomila dollari al minuto. Poi si devono riallacciare le cinture per la discesa e prepararsi per i festeggiamenti.
Tuttavia, il volo suborbitale è poca cosa rispetto all’avventura di Inspiration 4, che ha portato in orbita per tre giorni un equipaggio di non professionisti selezionati in modo creativo dal miliardario mecenate Jared Isaacman, che non ha scelto superuomini o superdonne perché il messaggio della missione è “se lo possiamo fare noi lo possono fare tutti”. Chi li volesse conoscere può fare riferimento alla mini serie Countdown Inspiration4 Mission to Space, su Netflix, girata anche sulla capsula di Space X opportunamente equipaggiata con una cupola panoramica. Anche la Iss è stata trasformata in un set cinematografico con l’arrivo di un’attrice russa che, accompagnata dal regista del film, ha girato alcune scene dal vivo in orbita. La Iss ha poi accolto il miliardario giapponese Yusaku Maezawa che ha voluto avere un assaggio della vita in orbita aspettando che Space X lo porti a circumnavigare la Luna. Vuole cercare (a caro prezzo) una fonte di ispirazione. Spero che la trovi anche perché lo spazio è tornato sexy proprio grazie all’interesse suscitato da gente come lui. Chi, pur traboccante di voglia di spiccare il volo, sia limitato dal budget, può esplorare lo spazio grazie a bellissimi libri che integrano bene filmati e reality spaziali.
Certamente ispirato dai turisti spaziali è Pellegrini dell’Universo di Piero Bianucci. Per fugare ogni dubbio, dico subito che non è un instant book, ma piuttosto una trattazione dettagliata di tutti i temi legati all’esplorazione umana dello spazio dagli inizi ad oggi, ovviamente guardando al futuro. Bianucci è un giornalista di lungo corso che nella sua carriera si è trovato ad affrontare gli argomenti più disparati mettendo insieme un impressionante patrimonio di conoscenze. Storia, fisica, missilistica, propulsione, biologia, chimica, bioritmi, medicina. Un libro ricchissimo di informazioni e aneddoti su tutti i problemi che si incontrano nello spazio. Anche se pensate di essere esperti in qualcuno dei temi trattati, Bianucci vi sorprenderà e imparerete qualcosa, proprio come è successo a me. Il libro è caldamente consigliato a tutti gli aspiranti turisti spaziali, almeno sapranno cosa li aspetta. Gli spettacolari panorami che si godono dallo spazio hanno un prezzo biologico che va ben oltre le scomode toilette spaziali. Tutti i nostri organi si devono adattare e alcune persone riescono meglio di altre a dare l’impressione di essere perfettamente a loro agio all’interno della Stazione spaziale dove si dorme a testa in giù perché il concetto di alto e basso non esiste.
Grande ammirazione per il lavoro degli astronauti che, oltre a tutti i compiti che hanno da svolgere, accettano di buon grado di connettersi con gruppi di ragazzi in scuole sparse sul pianeta Terra. Mentre per la maggior parte degli studenti è un modo diverso di passare il tempo, per qualcuno è un’esperienza che cambia la vita, come ci racconta Giulia Carla Bassani in Sognavo le Stelle. Assistendo a un collegamento con Samantha Cristoforetti, ha capito che lo spazio sarebbe stato il suo futuro e sta studiando ingegneria aerospaziale.
Le auguro una carriera di successo come quella di Amalia Ercoli Finzi, la prima donna laureata in ingegneria aerospaziale in Italia. Mentre era studentessa al Politecnico di Milano ha vissuto il lancio di Sputnik, anzi lo stava aspettando. Così inizia Corsa allo spazio 1,2,3… Via! Una carrellata di ricordi di una donna straordinaria che sa benissimo quanto sia sexy lo spazio.